Orig.: Francia/Belgio/Italia (2011) - Sogg. e scenegg.: Radu Mihaileanu, Alain Michel Blanc con la collaborazione di Catherine Ramberg - Fotogr.(Panoramica/a colori): Glynn Speeckaert - Mus.: Armand Amar - Montagg.: Ludo Troch - Dur.: 125' - Produz.: Luc Besson, Denis Carot, Marie Masmonteil, Radu Mihaileanu, Gaetan David, Pierre Ange Le Pogam, André Logie.
Interpreti e ruoli
Leila Bekhti (Leila), Hafsia Herzi (Loubna Esmeralda), Sabrina Ouazani (Rachida), Biyouna (Vecchia Lupa), Saleh Bakri (Sami), Hiam Abbass (Fatima), Mohamed Majd (Hussein), Amal Atrach (Hasna), Malek Akmiss (Soufiane), Karim Leklou (Karim), Saad Tsouli . (Mohamed)
Soggetto
In un piccolo villaggio del Maghreb, le donne affrontano la quotidiana fatica di andare a prendere l'acqua alla sorgente in cima alla montagna. Alcune, incinta, per il caldo e la fatica cadono e perdono il bambino. Quando la rabbia è incontenibile, la giovane Leila propone alle altre di fare lo sciopero dell'amore nei confronti dei mariti. Da lì comincia una battaglia difficile che, dopo contrasti e incertezze, ottiene gli obiettivi prefissati.
Valutazione Pastorale
La non scelta di un luogo preciso che allarga la zona possibile di riferimento; lo spunto iniziale della fatica per prendere l'acqua che si estende in senso più ampio al ruolo della donna nel Magreb contemporaneo; le leggi immutabili fondanti per un popolo e l'incombere della modernità; il ruolo degli Imam e quello della comunicazione, del giornalista, della stampa; le montagne isolate e la città disordinata, il matrimonio, l'amore, la sessualità come arma di ricatto. Quanti temi, quanti spunti di riflessione! Forse di fronte a tanta materia, Mihaileanu si è un po' smarrito, e, cercando un'idea di rappresentazione, si è confuso. Era difficile sapere dove si poteva arrivare nella denuncia di così delicati problemi, e alla fine il regista si è rifugiato nella favola. Ci sono poesia, musica, canzoni, passaggi dolenti, sentimentalismi, accenni di melodramma (spunta il coltello della vendetta...). Il tono prevalente è quello di una ballata triste e pudica sull'identità femminile e sull'incontro/scontro uomo donna in un paesaggio brullo e isolato. Sul fiabesco però l'autore di 'Train de vie' e de 'Il concerto' si adagia e perde asciuttezza, capacità di sintesi, forza espressiva. Resta l'elenco fatto all'inizio, per cui il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito come avvio alla riflessione sui molti argomenti indicati, tra passato e presente.