Orig.: Italia (2003) - Sogg. e scenegg.: Paolo Franchi - Fotogr.(Panoramica/a colori): Giuseppe Lanci - Mus.: Carlo Crivelli - Montagg.: Alessio Dogliani - Dur.: 100' - Produz.: Roberto Buttafarro - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.
Interpreti e ruoli
Barbora Bobulova (Valeria), Andrea Renzi (Massimo), Brigitte Catillon (Flavia), Chiara Picchi.
Soggetto
A Torino la giovane Valeria, traduttrice, si innamora di un uomo che vede uscire ogni mattina dalla casa di fronte alla sua. Lo segue per qualche tempo poi quando apprende che lui, di nome Massimo e di professione farmacologo, si è trasferito a Roma, non esita a prendere un treno e ad arrivare nella capitale senza avere alcun punto di riferimento. Provocato a bella posta un banale incidente con la macchina della donna che ha appena visti uscire dal residence dove Massimo vive, Valeria il giorno dopo si rifa viva proprio con lei. Flavia, donna matura e docente universitaria, accetta la presenza di Valeria e, saputo che è senza lavoro, le offre di aiutarla a preparare un libro che da tempo cerca di scrivere. Valeria ha così modo di incontrare di nuovo Massimo, dapprima di sfuggita poi in modo più diretto. Flavia é vedova, Massimo è più giovane di lei che ha avviato questo legame ben sapendo di voler vivere da sola nella propria grande casa. A poco a poco Valeria diventa sempre più presente nella vita dei due. Al ritorno da una vacanza a Viterbo, Massimo chiede di nuovo a Flavia di poter dare un senso più compiuto alla loro storia. Ma Flavia ancora una volta rifiuta. Tra i due arriva la rottura. Una sera, in un bar, Massimo aspetta Valeria, le parla, sembra sul punto di dire qualcosa di importante ma lei si allontana. Il lavoro per il libro finisce. Massimo va da Flavia e viene informato che Valeria è ripartita. Adesso ognuno è solo con se stesso.
Valutazione Pastorale
In tempi in cui quasi tutto viene gridato, messo in piazza e la televisione è il luogo privilegiato di pianti, lacrime, arrabbiature e altro, é del tutto rimarchevole un film italiano incentrato sull'amore come sentimento che può sconvolgere la vita e che vive nel silenzio. Lo slancio affettivo che prova Valeria è tanto grande da farle compiere azioni anche irrazionali ma non tale da permetterle di concretizzarlo: quando, secondo il dantesco "Amor ch'a nullo amato amar perdona", Massimo sta per dichiarare qualche confusa frase di apprezzamento nei suoi confronti, Valeria si ritrae, impaurita e confusa, timorosa che la realtà non possa uguagliare quello che sente dentro. Nello stesso tempo anche Massimo e Flavia bruciano la scintilla del loro rapporto: quando lui vorrebbe renderlo più concreto, è lei a defilarsi, a non voler fare un passo troppo rischioso. Pur incentrato su pochi avvenimenti, il copione è denso di notazioni interiori e Paolo Franchi confeziona un'opera prima di notevole vigore stilistico, giocando senza scherzare con l'imperscrutabile ventaglio dei sentimenti e scavando con lucidi pedinamenti nelle pieghe delle parole non dette. Tre soli personaggi riempiono spazi dove incombe una strana, raggelata eleganza: il teorema che li lega e li fa separare é ora freddo ora appassionato. Sembra di vedere Francois Truffaut, e i suoi apologhi sull'amore impossibile, in quel clima che in effetti sa molto di cultura borghese francese. La solitudine finale non conforta e non consola, lasciando la sensazione che l'amore vero é di difficile realizzazione, eppure c'é e va inseguito per non lasciar prevalere quei richiami dell'eros cui Valeria non si sottrae. Storia fortemente introspettiva, amara più che rinunciataria, sofferta più che fatalista. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come discutibile, comunque problematico e adatto a dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, con preferenza per un pubblico adulto (c'é il divieto ai minori di 14 anni). Da proporre in rassegne come esempio di film italiano ben fatto e di sostanza. Attenzione è da tenere per i minori anche in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.