Orig.: Italia (2016) - Sogg.: Gianni Amelio in collaborazione con Alberto Taraglio e Chiara Valerio - Scenegg.: Gianni Amelio, Alberto Taraglio - Fotogr.(Scope/a colori): Luca Bigazzi - Mus.: Franco Piersanti - Montagg.: Simona Paggi - Dur.: 103' - Produz.: Pepito Produzione con Rai Cinema - BIF&ST 2017 IN ANTEPRIMA MONDIALE.
Interpreti e ruoli
Elio Germano (Fabio), Giovanna Mezzogiorno (Elena), Micaela Ramazzotti (Michela), Greta Scacchi (Aurora), Renato Carpentieri (Lorenzo), Arturo Muselli (Saverio), Giuseppe Zeno (Giulio), Maria Nazionale (Rossana), Salvatore Cantalupo (Satriano), Salvatore Sodano . (infermiere)
Soggetto
Un bel palazzo antico e freddo al centro di Napoli. Qui vive Lorenzo, un tempo avvocato ed ora in disgrazia dopo alcuni infortuni professionali. Vedovo, ha rotto i rapporti con i due figli e vive una triste solitudine. Per caso fa conoscenza con gli inquilini che abitano nell'appartamento contiguo al suo, madre, padre e due figli piccoli...
Valutazione Pastorale
All'inizio della conferenza stampa, alla domanda su cosa lui intenda per tenerezza, Gianni Amelio ha risposto: "La tenerezza ci da libertà. E' quello di cui abbiamo bisogno per scacciare l'ansia. Come ci ha detto Papa Francesco, una delle menti più illuminate del nostro tempo." Sul senso preciso da dare al titolo, la riflessione è corsa a lungo, aiutata anche dal forte divario lungo il quale si è mosso il racconto: il romanzo "La tentazione di essere felici" di Lorenzo Marone è stato rapidamente accantonato a favore della riscrittura di un copione nuovo e più stratificato, nitido e capace di una rapida inversione di rotta. Di fatto i personaggi si muovono intorno ad una storia che fatica a tenere a contatto l'equilibrio dell'inizio con le svolte divergenti della narrazione. E' che tutto comincia con Lorenzo, uomo di lunga saggezza e amara esperienza, e intorno a lui si muove una improvvisa follia di dramma. Che esplode in maniera aspra e violenta con il raptus di cui è vittima Fabio, un gesto difficile da motivare e da collocare nell'economia della vicenda. Amelio getta sulla sua Napoli uno sguardo di lacerante intensità. Qualche passaggio tra la vicenda principale e le storie di contorno risulta a dire il vero non del tutto compiuto e irrisolto. E il film si può dire che viva un eccesso di bellezza, quasi la paura del troppo rispecchiarsi nella gratuità del quotidiano. "La tenerezza" ha il pregio di riuscire a creare un sapiente rimpallo tra verità e menzogna, tra il bello e il brutto, tra sacrificio e provocazione. Film che spinge a fondo il baratro della malinconia, adagiato su una tragica attesa degli eventi. Dopo l'infelice "L'intrepido" (2013), Amelio ritorna ad un cinema di forti valenze valoriali, con un corto circuito tra attese e rinunce che chiamano a assumersi colpe e responsabilità di fronte a sè e agli altri. Dal punto di vista pastorale, il film è ad valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come prodotto italiano di bella intensità drammatica e di aspra capacità espressiva.