La verità secondo Maureen K.

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Cronaca, Denaro, Donna, Famiglia, Giustizia, Lavoro, Matrimonio - coppia, Media, Politica-Società, Potere, Violenza
Genere
Drammatico, Thriller
Regia
Jean-Paul Salomé
Durata
122'
Anno di uscita
2023
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
La syndicaliste
Distribuzione
I wonder pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Fadette Drouard, Jean-Paul Salomé dal libro inchiesta di Caroline Michel-Aguirre “La Syndicaliste” pubblicato in Francia nel 2019
Fotografia
Julien Hirsch
Montaggio
Valérie Deseine
Produzione
Heimatfilm, Le Bureau

Presentato alla 79ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia nella sezione "Orizzonti"

Interpreti e ruoli

Isabelle Huppert (Maureen Kearney), Grégory Gadebois (Gilles Hugo), Pierre Deladonchamps (Il maresciallo), Gilles Cohen (Avvocato Temime), Geno Lechner (Véronique), Yvan Attal (Luc Oursel)

Soggetto

Francia, 2012. Maureen Kearney è la rappresentante sindacale di una multinazionale francese del settore nucleare, la Areva. Quando scopre che il nuovo dirigente della società sta lavorando segretamente a un accordo con la Cina che mette a repentaglio 50 mila posti di lavoro, cerca in ogni modo di farlo uscire allo scoperto per fermarlo. Cominciano i pedinamenti, le intimidazioni e le minacce, più o meno esplicite fino a una aggressione vera e propria.

Valutazione Pastorale

Jean-Paul Salomé si affida ancora una volta (dopo “La padrina - Parigi ha una nuova regina” nel 2019), al talento inossidabile di Isabelle Huppert per tratteggiare la protagonista assoluta del film: Maureen Keraney. Sindacalista di lungo corso del CFDT (Confederazione francese democratica del lavoro) la donna rappresenta i lavoratori della Areva, multinazionale francese leader nel settore nucleare. Quando scopre che il nuovo dirigente della società sta lavorando segretamente a un accordo con la Cina che mette a repentaglio 50 mila posti di lavoro, Maureen cerca in ogni modo di farlo uscire allo scoperto per fermarlo. Coinvolge la stampa, parla con molti politici e riesce ad ottenere un appuntamento con il presidente François Hollande. Poche ore prima di incontrarlo, però, viene brutalmente aggredita in casa e lasciata imbavagliata e legata su una sedia, ferita nel corpo e nello spirito, certamente non domata. Le indagini cominciano subito, man mano che procedono, però, i dubbi sulla veridicità dell’accaduto aumentano e Maureen si trova ad affrontare un processo per simulazione di reato.
Presentato alla 79ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia nella sezione "Orizzonti", “La verità secondo Maureen K.” è la trasposizione cinematografica del libro inchiesta di Caroline Michel-Aguirre “La Syndicaliste” pubblicato in Francia nel 2019. Una storia vera, dunque, che il regista Salomé (co-autore del copione insieme a Fadette Drouard) costruisce come un thriller, una scelta originale che rischia però di mettere in secondo piano il tema centrale della vicenda: la salvaguardia del lavoro, della dignità dei lavoratori, mai sacrificabili per miopi scelte di guadagni immediati ed opachi interessi di parte. C’è molto Hitchcock in questo film. Nella costruzione del racconto, come in “Intrigo internazionale” (1959) dove un innocente viene risucchiato in un meccanismo più grande di lui che lo porterà a “diventare” colpevole. E anche nelle scelte di regia, ad esempio nelle inquadrature sfumate e quindi “ambigue” dove non si è mai certi di ciò che si è visto solo un attimo prima, come in “Il sospetto” (1941). Nei luoghi: i garage deserti illuminati da fredde luci al neon; lo scantinato/ lavanderia della casa di Maureen dove la donna viene trovata legata a una sedia. Senza dimenticare le (quasi) impercettibili discrepanze nei racconti, per cui tutto potrebbe essere solo il frutto di un “esaurimento” o, peggio, di una strategia. Fino al colpo di scena che riapre la partita. Il film deve tutto alla formidabile interpretazione di Isabelle Huppert. La sua Maureen è forte, determinata, ha imparato a nascondere le sue fragilità dietro l’incedere sicuro, a testa alta; la lucidità e l’autocontrollo che conserva sempre; lo sguardo che non si abbassa, mai, e quel suo ritoccarsi continuamente il rossetto rosso sulle labbra, un modo per “ribadire” che non tacerà. Bravi, ma decisamente posti in secondo piano dalla sceneggiatura gli altri interpreti: il marito Gilles (Grégory Gadebois), un gigante buono che la sostiene e la protegge; l’inadeguato dirigente della Areva, Luc Oursel (Yvan Attal, scostante e vile quanto basta) e il maresciallo responsabile delle indagini (Pierre Deladonchamps) pressato dai politici perché arrivi presto a una conclusione, ma anche in fondo convinto di avere a che fare con una simulatrice. “La verità secondo Maureen K.” è complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte occasioni di dibattito. In presenza di minori è bene prevedere l’accompagnamento di adulti ed educatori che aiutino ad approfondire e comprendere le molte sfaccettature della vicenda narrata.

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