Orig. : Francia (1998) - Sogg. : da un 'idea di Erick Zonca - Scenegg. : Erick Zonca, Roger Bohbot, Virginie Wagon - Fotogr. (Panoramica / a colori) : Agnes Godard - Mus. : autori vari - Montagg. : Yannick Kergoat - Dur. : 113' - Produz. : Les Productions Bagheera.
Interpreti e ruoli
Elodie Bouchez (Isa), Natacha Regnier (Marie), Gregoir Colin (Chriss), Jo Prestia (Fredo), Patrick Mercado (Charly), Louise Motte (Sandrine), Juliette Richevaux (Solene), Christian Cailleret, Stephanie Delerue, Frederique Hazard, Murielle Colvez, Jean - Michel Lemayeaux, Corinne Masiero.
Soggetto
A Lille si incontrano casualmente Isa e Marie, due giovani ragazze con poche idee sul futuro. Isa cerca lavoretti che la aiutino a sbarcare il lunario, Marie lavora in una fabbrica ma é molto insoddisfatta. Hanno caratteri diversi ma decidono di unire le loro solitudini e Marie accoglie Isa nell'appartamento in cui vive, affidatole dai proprietari, una donna e sua figlia Sandrine di 15 anni, ricoverate in ospedale in coma in seguito ad un incidente stradale. Una mattina Isa trova il diario di Sandrine e scopre un altro mondo, opposto al suo e soprattutto a quello di Marie. Le parole scritte da Sandrine la toccano a fondo. Intanto Marie conosce Chriss, scapestrato e intraprendente figlio di famiglia di ricca, il quale le fa una corte insistente. L'atteggiamento disinvolto e sprezzante che egli sfoggia, e la differente posizione sociale diventano per Marie una sfida da affrontare ad ogni costo. Mentre Isa si reca in ospedale e, dopo la morte della madre, fa visite a Sandrine ancora in coma, Marie é ormai completamente soggiogata da Chriss, che la usa come vuole.Lei tuttavia pensa di essere amata, si scaglia contro Isa che le dice il contrario, e le due ragazze cominciano ad allontanarsi. Quando arriva l'avviso di sfratto, Isa lascia Marie, dicendole un'ultima volta che Chriss non la vuole più. Marie allora si uccide, gettandosi dalla finestra. Isa trova lavoro in una fabbbrica.
Valutazione Pastorale
Si tratta dell'opera prima di Erick Zonca, nato ad Orleans nel 1956. Un lungometraggio ben inserito nella scia di quel genere, tipicamente francese, che mette insieme critica sociale e approfondimento psicologico, toccando il dramma senza escludere sfumature melodrammatiche. Il film fotografa una realtà urbana contemporanea piena di contraddizioni (precarietà di lavoro e di opportunità professionali), che va ad incidere sul carattere delle protagoniste, condizionandone l'equilibrio. La vita reale, sembra dire il regista, é ben diversa da quella dei sogni, ma può sempre esserci una luce che consente di guardare oltre le difficoltà del momento. Marie rinuncia, Isa va avanti, ma la pietà deve accogliere entrambe. Secco e ruvido nel taglio narrativo, il film esclude qualunque compiacimento,alzando grida allarmate sulla fragilità di certe persone e sul bisogno di aiuto che lanciano con voce spesso spezzata.Ci sono pagine di poesia discreta e timida, che diventano una sorta di diario sul disagio esistenziale, sulla necessità di amicizia e di affetto. Due valori alla fine si impongono: l'amore e la speranza. Se qualche dubbio di artificio e di maniera può sorgere in alcuni passi del racconto,va detto che, dal punto di vista pastorale, prevale la sostanza di un film, magari discutibile, ma realistico e molto adatto a dibattiti sugli interessanti temi che propone.
UTILIZZAZIONE: in programmazione ordinaria, il film é da usare con molta cautela per il tono aspro e crudo di alcuni passaggi. E' da proporre per dibattiti, per riflettere sui temi della donna, del lavoro, dell'amore come affetto e equilibrio interiore.