Orig. : Italia (1998) - Sogg. e scenegg. : Grazia Giardiello, Roberto Jannone, Mario Orfini - Fotogr. (Panoramica/ a colori) : Claudio Bellero - Mus. : Tito Schipa jr. - Montagg. : Claudio Cutry -Dur.: 76' - Produz. : Mario Orfini per Millennium Productions.
Interpreti e ruoli
Laura Morante (Anita), Luca Zingaretti (Michele), Elena Fresco . (Daniela)
Soggetto
Nell' appartamento di una zona residenziale ai confini di una grande città, vivono Michele e Anita, marito e moglie, architetti, sposati da dieci anni, senza figli. Proprio per festeggiare il loro anniversario decidono di invitare a cena alcuni amici, e di annunciare con l'occasione che Anita aspetta un bambino. Ma questa notizia non può più essere data: Anita, senza dire niente al marito, ha abortito. Tra i due scoppia una lite fortissima. Lei dice che ha avuto paura, Michele le chiede di cosa, ma lei non sa rispondere. Le parole si fanno pesanti, e Anita fa la valigia per andare via. Si accende una colluttazione, e lei gli sbatte contro la portiera della macchina. Michele le dice che é lui a volerla mandare via, e Anita lo colpisce di nuovo.Nel palazzo di fronte, Daniela, una giovane donna, ha ucciso il marito. La polizia la porta via con il piccolo figlio in braccio. E' mattina, Michele e Anita sono in cucina e preparano la tavola per la colazione. Il silenzio dominano tra loro, anche quando cominciano a mangiare.
Valutazione Pastorale
Si tratta di un film ben costruito e realizzato, che ha come tema centrale la coppia e i motivi che possono e devono tenerla insieme. Nell'ottica del racconto, l'aborto di Anita é il motivo scatenante della crisi ma il film non vuole parlare dell'argomento 'aborto', pure così importante e delicato: sembra di poter dire che l'intenzione sia quella di dare spazio alle incertezze, ai dubbi, alle difficoltà che insorgono quando gli altri bisogni sono stati soddisfatti e non ci sono altre preoccupazioni pratiche. Sia pure con facile parallelismo, la radiografia di un interno familiare diventa quella di un inferno. Il film è giocato più sulla parola che sull'immagine, ed é interessante lo squarcio che si apre sulla coppia che abita di fronte: a sottolineare la perdita di senso della comunità di certi quartieri belli ma freddi. Si arriva a decisioni estreme come l'aborto, anche perché non c'è nessuno intorno a noi ad aiutarci nei momenti difficili. Il film quindi offre notazioni psicologiche di qualche interesse, pur mantenendosi ambiguo nella conclusione sospesa, affidata più all'umore degli astri (passa la cometa Helley Bop) che a qualche ricerca spirituale o interiore. Dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile e da suggerire per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film, più che in programmazione ordinaria, é da utilizzare in occasioni mirate, come spunto per riflettere sul tema della coppia in Italia alla fine degli anni Novanta.