Basato sull'omonimo libro di Ben Macintyre
Interpreti e ruoli
Colin Firth (Ewen Montagu), Matthew Macfadyen (Charles Cholmondeley), Kelly Macdonald (Jean Leslie), Penelope Wilton (Hester Leggett), Jason Isaacs (Ammiraglio Godfrey), Johnny Flynn (Ian Fleming), Simon Russell Beale (Winston Churchill), Mark Gatiss (Ivor Montagu )
Soggetto
Inghilterra, 1943. A pochi mesi dallo sbarco in Sicilia il servizio segreto britannico mette a punto un piano tanto audace quanto bizzarro per depistare Hitler e fargli credere che gli alleati sbarcheranno in Grecia.
Valutazione Pastorale
La seconda guerra mondiale si conferma fonte pressoché inesauribile d’ispirazione per il cinema. Negli ultimi anni, tuttavia, l’approccio è cambiato: il focus del racconto è andato spostandosi dai campi di battaglia alla quotidianità “casalinga” di semplici cittadini e politici che, a vario titolo, hanno dato un contributo spesso decisivo alla risoluzione del conflitto. È la linea seguita da opere come “Il discorso del re” (2010), “The Imitation game” (2014) oppure “L’ora più buia” (2017). Su questo filone si colloca anche “L’arma dell’inganno. Operazione Mincemeat” di John Madden, regista britannico di lungo corso di cui ricordiamo il pluripremiato “Shakespeare in Love” del 1998 (7 Oscar, 3 Golden Globes, Orso d’argento a Berlino) e la commedia sentimentale “Marigold Hotel” del 2012.
Basato sul libro di Ben Macintyre, che ha collaborato alla sceneggiatura scritta da Michelle Ashford, il film racconta la storia di un formidabile raggiro perpetrato dall’intelligence inglese ai danni di Hitler. I due agenti Ewen Montagu (Colin Firth) e Charles Cholmondeley (Matthew Macfadyen), ispirati da un romanzo di Basil Thompson (“The Milliners Hat Mystery”) e coadiuvati nell’attuazione del piano da Jan Fleming (futuro papà dell’agente segreto per eccellenza, James Bond, e al tempo assistente dell’ammiraglio Godfrey, capo della Naval Intelligence), provarono a far credere che l’imminente sbarco delle truppe alleate sarebbe avvenuto in Grecia invece che in Sicilia. A tal fine usarono il corpo di un vagabondo morto suicida, che abbandonarono in mare vicino alle coste spagnole, perché sembrasse un corriere affogato dopo un incidente aereo, con indosso falsi ordini nella speranza che il controspionaggio spagnolo li passasse direttamente ad Adolf Hitler a Berlino.
Un piano folle, audace e dal risultato nient’affatto scontato. Un gruppo di uomini e donne che, in un sotterraneo nel cuore di Londra, fa gioco di squadra per vincere una partita, rischiosissima, destinata a cambiare le sorti della guerra. Il finale è noto, ma questo non toglie un grammo alla suspense del racconto e al coinvolgimento dello spettatore che non può che ammirare l’intelligenza, l’audacia e la creatività dei protagonisti, con tutte le loro fragilità e irrisolti personali. "È una storia sulla nobiltà degli eroi anonimi. – commenta Michelle Ashford – Persone che fantasticavano di essere guerrieri al fronte, capirono che il loro posto era dietro le quinte e che potevano svolgere il loro dovere in maniera diversa. Le persone dovrebbero domandarsi, Cosa posso fare per salvare il mondo? Questo è ciò che quelle persone hanno fatto. Ora viviamo in un mondo ossessionato dalla celebrità, ma la cosa straordinaria della storia è il concetto di elogiare quelli che lavorano dietro le quinte. Si parla di quelli che non cercano la gloria, ma che fanno sì che le cose accadano. Questo è importante che si sappia".
Diretto in maniera impeccabile da John Madden, “L’arma dell’inganno. Operazione Mincemeat” può contare su un cast di primordine. Dai già citati Colin Firth, nel ruolo del determinato e riservato Montagu, e Matthew Macfadyen, in quello del tormentato e introverso Cholmondeley, a Kelly Macdonald, la coraggiosa e dolente Jean Leslie; Penelope Wilton, la dinamica ed efficientissima Hester Leggett; fino a Jason Isaac, un perplesso e contrariato ammiraglio Godfrey, e, infine, Johnny Flynn, il giovane e fantasioso Ian Fleming. Dal punto di vista pastorale il film “L’arma dell’inganno. Operazione Mincemeat” è consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni di dibattito anche finalizzate a rivisitare una delle pagine più tragiche della storia del secolo scorso.