Orig.:Italia (1998)- Sogg.:tratto da un racconto di James Lasdun - Scenegg.:Clare People,Bernardo Bertolucci - Fotogr.(Panoramica/colori):Fabio Cianchetti - Mus.:Alessio Vlad - Montagg.:Jacopo Quadri - Dur.:90' - Produz.:Fiction Films & Navert Film,in associazione con Mediaset.
Interpreti e ruoli
Thandie Newton (Shandurai), David Thewlis (Mr.Kinsky), Claudio Santamaria (Agostino), Massimo De Rossi, Veronica Lazar, Gianfranco Mazzoni.
Soggetto
In un antico palazzo di Roma affacciato sulla scalinata di Trinità dei Monti ed ereditato alla morte di una zia, vive mr. Kinsky, un americano senza un lavoro preciso, legato solo al pianoforte e alla musica di Bach, Mozart, Grieg. In cambio delle pulizie, mr. Kinsky ha affittato una stanza a Shandurai, giovane africana che studia medicina. Shandurai ha lasciato in Africa il marito, arrestato dalla polizia e detenuto in carcere. Di questa situazione mr. Kinsky viene a conoscenza solo quando le regala un anello, le dice che la ama e la vuole sposare. Shadurai gli chiede di fare qualcosa per il marito. Mr. Kinsky si incontra allora più volte con un sacerdote cattolico africano, al quale consegna dei soldi che ottiene anche vendendo il pianoforte. Un giorno arriva, tramite lettera, la notizia che il marito è vivo. Mr. Kinsky organizza un concerto con sue musiche e la invita: ad ascoltarlo ci sono quasi solo ragazzini. Il marito ormai è libero, e Shandurai chiede a mr. Kinsky se lo può far rimanere in casa con lei. Lui acconsente. Quella sera, lui e lei, separatamente, bevono un po' troppo e sono molto agitati. Durante la notte, lei sale nella camera di lui e gli si stende accanto. La mattina dopo, presto, arriva il marito e suona con insistenza il campanello. Shandurai e mr. Kinsky, a letto, non parlano e non si alzano.
Valutazione Pastorale
Per questo secondo film girato in Italia dopo il decennio dei Kolossal internazionali (il primo era stato nel 1995 "Io ballo da sola" ), Bertolucci si è ispirato ad un racconto dell'inglese James Lasdun. La cornice ambientale viene spostata in una Roma mostrata nei suoi due attuali, opposti aspetti: quello storico, classico, subito riconoscibile (Trinità dei Monti), e quello più recente della capitale multietnica dove l'incontro tra culture differenti è una realtà ormai acquisita e non eliminabile. Lui, mr. Kinsky, vive di ricchezze non sue, anzi si lascia vivere; lei invece è decisa, determinata, studia con profitto. L'incontro tra loro, dopo incertezze e incomprensioni, si risolve in un affetto reciproco che forse farà scomparire le loro solitidini e offrirà nuove motivazioni. Tutto semplice ma in realtà tutto è stiracchiato, compiaciuto, sfilacciato. Attraverso un linguaggio narrativo che indulge ad un montaggio a scatti e ralenti, Bertolucci non può fare a meno, ancora una volta, di privilegiare gli aspetti letterari, intellettuali, un po' cerebrali del racconto, a scapito di quelli realistici o interiori. Il film gioca così su elementi minimi, che tali rimangono nonostante l'importanza dei temi affrontati, e resta a metà tra segnali "espliciti" di tipo socio-politico-culturale (l' Africa, la musica europea, la diversa voglia di studiare e di applicarsi tra la ragazza e il suo collega italiano) e altri 'non detti' ma che rimangono confusi. Insomma il film resta in più punti freddo e geometrico e, soprattutto, è attraversato da una costante ambiguità. Dal punto di vista pastorale, è da valutare come discutibile, per il continuo alternarsi di flash positivi e momenti meno chiari, tirati via, costruiti.
UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza dei minori. E' da recuperare in occasioni mirate, per affrontare con maggiore attenzione tutte le diversificate suggestioni che propone (temi: confronto tra culture, Italia fine Millennio,difficoltà di comunicare i sentimenti e altri).