Orig. : Francia (1998) - Sogg. e scenegg.: Jacques Rouxel - Fotogr.(Scope/a colori): Gerard Simon - Mus.: France Tarpinian - Montagg.: Isabelle Devinck - Dur.: 115' - Produz.: Margaret Menegoz, Nathalie Nghet.
Interpreti e ruoli
Regis Royer (Henry de Toulouse Lautrec), Elsa Zylberstein (Suzanne Valadon), Anemone (Adele), Claude Rich ( madre di Lautrec), Micha Lescot (Alphonse), Claire Borotra ( padre di Lautrec), Amanda Rubinstein (Gabriel), Benjamin Rataud (Hélène), Nicolas Moreau (Mireille), Karel Vingerhoets (Viaud), Victor Garrivier . (Emile Bernard), (Van Gogh), (Degas)
Soggetto
Dopo un'infanzia difficile nella casa di famiglia in provincia, Henry Lautrec, ultimo erede diretto dei Conti di Toulouse, si trsaferisce a Parigi, nel quartiere di Monmartre, per dare seguito alla propria passione per la pittura. Qui incontra la modella- pittrice Suzanne Valadon, sifa conoscere per lìorogonale tratto pittorico, e riesce a lavorare molto. Quando Suzanne gli preferisce Renoir, i due litigano subito furiosamente. Più tardi Lautrec incontra e frequenta Van Gogh, quindi si dedica a preparare il manifesto pubblicitario del Moulin Rouge, il locale parigino all'avanguardia nel campo del varietà e ormai diventato luogo d'incontro di artisti di tutta Europa. In uno dei numerosi bordelli di Monmartre, un giorno Lautrec incontra il padre, che ormai non vedeva da tempo. Più avanti, di fronte al ripetersi di continui malesseri, Lautrec apprende di aver contratto nel bordello una grave malattia infettiva. Il suo uso quotidiano di alcolici, già forte, allora aumenta, e lo fa allontanare dalla madre. Lautrec prova a continuare a lavorare, ma la malattia ormai lo domina, e la mamma firma per farlo internare in ospedale. Dimesso in un periodo di relativa tranquillità, Lautrec fa ritorno a casa e qui muore tra le braccia della madre.
Valutazione Pastorale
Henry de Toulouse Lautrec é stato, come si sa, personaggio autentico. Anzi è quello che, negli anni, è diventato il più emblematico a rappresentare il periodo parigino di fine Ottocento: grande laboratorio culturale da un lato (e qui si parla di pittura), grande dimensione ludica dall'altro (il Moulin Rouge, luogo-simbolo del divertimento sfrenato. Di questa Parigi, luogo di attrazione e di maledizione, gli impressionisti hanno lasciato nei loro dipinti una testimonianza vive e diretta. Va detto che la ricostruzione degli ambienti è aderente a ciò che Lautrec vedeva e restituiva sulla tela e questo offre momenti di convinto realismo al quadro di fondo. Raccontare poi tutta la pur breve vita di Lautrec era impresa non semplice, e forse nemmeno necessaria. E' difficile infatti sganciarsi dalla rappresentazione del 'pittore maledetto', con le inevitabili conseguenze sul piano di una certa prevedibilità. L'artista insomma con i suoi alti e bassi da 'genio e sregolatezza' contrapposto al caos esistenziale, al consumo delle droghe del tempo, al rifiuto di qualunque regola di vita. Se é vero che il calligrafismo della regia un po' stanca, non mancano però momenti che inducono a riflettere sul rapporto arte/vita, sulla malattia, sulla famiglia. Sia pure a corrente alternata, il film offre dunque anche aspetti interessanti e, dal punto di vista pastorale, è da valutare come discutibile, evidenziandone alcune scabrosità.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e recuperato per affrontare tematiche inerenti, come si diceva, i rapporti cinema/pittura, cinema/biografia, e poi l'arte, l'handicap, la Parigi fine Ottocento. Attenzione per i minori in caso di passaggi televisivi.