Orig.: Italia (2001) - Sogg. e scenegg.: Pasquale Squitieri - Fotogr.(Panoramica/a colori): Giuseppe Tinelli - Mus.: Luigi Ceccarelli - Montagg.: Gianluca Quarto - Dur.: 105' - Produz.: Elide Melli per Cosmopoli Corporation.
Interpreti e ruoli
Giorgio Albertazzi (Antonio De Gregorio), Gabriele Ferzetti (Alfonso), Ernesto Mahieu (Vincenzino), Anna Tognetti (Nunziatina), Ciro Capano (pubblico ministero Foloni), Peppe De Rosa (Salvatore), Marisa Carluccio (Assunta), Massimo De Matteo (Gennaro Tamantini), Aldo Spina . (presidente del tribunale)
Soggetto
Radiato dall'albo da circa trenta anni in seguito ad una denuncia per truffa, l'avvocato De Gregorio trascina a Napoli una precaria e incerta esistenza. Una notte chiede rifugio presso di lui Nunziatina, una donna costretta a prostituirsi per mantenere i due figli piccoli e rimasta vedova dopo la morte del marito in un incidente sul lavoro. In realtà, dopo un breve colloquio, De Gregorio capisce che l'uomo non é caduto dalla impalcatura del cantiere ma è stato spinto, forse per coprire le varie situazioni legate al lavoro nero. De Gregorio si fa affidare l'incarico per la riapertura delle indagini, comincia a cercare indizi, prove, testimoni. Recupera vecchie amicizie, ottiene di nuovo la licenza, si sente tornato l'avvocato di un tempo. Ad un certo punto però il suo lavoro va a toccare interessi troppo grossi. Minacciata, Nunziatina si vede obbligata a ritirare il mandato. Ma il caso ormai è sulla bocca di tutti. Il Comune si costituisce parte civile e affida a De Gregorio l'incarico della difesa. Invitato a parlare, De Gregorio tiene un breve discorso in cui riassume il senso di tutta la sua vita professionale trascorsa senza mai rinunciare a mettere in primo piano la dignità del ruolo e della toga.
Valutazione Pastorale
Colpiscono, in questo film di Pasquale Squitieri, la misura e l'equilibrio nel saper miscelare vari registri. C'é la cornice di Napoli, città dalle mille contraddizioni, colta in passaggi di vivido realismo; c'é il tono di denuncia e di impegno civile, esplicitato in passaggi rapidi ma efficaci attraverso gesti, figure di contorno, situazioni che fotografano una malavita difficile da estirpare; c'é il dramma di famiglie difficili e c'é l'ironia come capacità di stemperare quei drammi. A legare questi momenti c'é infine la figura del protagonista, che li riassume un po' tutti. Caduto in errore, condannato, e abbattuto dal rimorso, De Gregorio trova nel momento più inatteso la voglia di rialzarsi, avverte la necessità di un riscatto, che non sarà solo personale ma coinvolgerà l'intera città. L'appassionata arringa conclusiva significa il recupero della dignità come forma di vita: lo sguardo che rivolge al crocefisso esclude qualunque intento di vendetta. Cercando di scavalcare oleografia e retorica, Squitieri vede in De Gregorio il prototipo di una Napoli astuta e cinica eppure oggi forse stanca di esserlo e desiderosa di recuperare gli antichi valori. Film efficace, coinvolgente, molto positivo che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come raccomandabile, problematico e adatto a dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e da recuperare per avviare riflessioni sui molti argomenti sopra accennati (Napoli, riscatto, verità e giustizia, cinema di denuncia...)