LE BICICLETTE DI PECHINO

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Adolescenza, Lavoro, Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
Xiaoshuai Wang
Durata
109'
Anno di uscita
2001
Nazionalità
Cina, Francia, Taiwan
Titolo Originale
Shiqi sui de dan che - Beijing bycicle
Distribuzione
Teodora Film
Musiche
Feng Wang
Montaggio
Ju

Orig.: Cina/Taiwan/Francia (2001) - Sogg. e scenegg.: Peggy Chiao, Hsiao-ming Hsu, Danian Tang e Xiaoshuai Wang - Fotogr.(Panoramica/a colori): Jie Liu - Mus.: Feng Wang - Montagg.: Ju-Kuan Hsiao e Hongyu Yang - Dur.: 109' - Produz.: Peggy Chiao, Hsiao-ming Hsu e Sanping Han.

Interpreti e ruoli

Lin Cui (Guo Liangui), Xun Zhou (Qin), Yuanyuan Gao (Xiao), Shuang Li (Da Huan), Yiwei Zhao (il padre di Qin), Yan Pang (la madre di Qin), Fangfei Zhou (Rongrong), Mengnan Li . (Qiu Sheng)

Soggetto

Guo é un ragazzo molto povero che dalla campagna si è trasferito in città. Vive facendo consegne a domicilio per una ditta, che gli ha messo a disposizione una splendida bicicletta in cambio dell'80% del guadagno. il giovane lavora sodo perchè dopo un certo numero di consegne la bicicletta sarà sua, insieme a un più consistente salario. Alla vigilia di questo avvenimento però, Guo subisce il furto del veicolo e non porta a termine un importante recapito. Il padrone lo licenzia, ma il ragazzo strappa una promessa di riassunzione in caso ritrovi la bicicletta. Comincia una ricerca sfrenata che lo porta a scoprire come il suo indispensabile mezzo di trasporto sia finito nelle mani di Qin, uno studente che, rubando i soldi ai genitori, ha comprato la bici al mercato dell'usato per fare colpo su una ragazza. Guo tenta di riprendersi ciò che gli appartiene, ma viene sorpreso e picchiato dagli amici di Qin. Scoperte le motivazioni, lo studente decide di dividere la bicicletta con il campagnolo: faranno un giorno a testa. Guo viene riassunto. Qualche settimana dopo, Qin scopre la sua ragazza con un altro e, pazzo di gelosia, lo colpisce con un mattone. Corre a portare la bicicletta a Guo, ma gli amici del ragazzo colpito a tradimento l'hanno seguito ed entrambi vengono pestati a sangue. Guo subisce, ma quando uno dei vendicatori comincia a distruggergli la bicicletta, non riesce a trattenersi, afferra una pietra e gliela sbatte forte in testa. Poi si mette in spalla la bici orribilmente deformata e attraversa claudicante la città.

Valutazione Pastorale

Vincitore del Gran Premio della Giuria e Orso d'Argento per i migliori attori esordienti al festival di Berlino 2001, "Le biciclette di Pechino" é opera di un regista appartenente alla cosiddetta Sesta Generazione, quella successiva a Zhang Yimou e del dopo Tienanmen, che privilegia toni realistici e storie calate nell'attualità della riforma economica, alla quale non è però seguita la democratizzazione del Paese: questo é uno dei tanti film che la censura proibisce in Cina perché non tutti personaggi sono felici e non c'é lo Stato a garantire il lieto fine. La bicicletta è simbolo radicato nella cultura cinese, ma quella al centro della storia é una 'mountain bike', roba da ricchi: se prima possedere una bici normale era sinonimo di benessere, oggi é sinonimo di povertà. Il passaggio di epoche è sottolineato dall'uso che dello stesso mezzo fanno due coetanei provenienti da contesti ambientali diversi: per uno la bicicletta è strumento di sopravvivenza, per l'altro é invece uno status symbol per fare colpo sulle ragazze. Il primo, Guo, vive il brutale confronto tra le condizioni di vita arretrate della campagna e la corsa al benessere materiale della grande città, dove gli adulti o fanno promesse che non possono mantenere o stanno semplicemente sullo sfondo di un paesaggio movimentato dai soli ragazzi, limitandosi a giocare a carte, mangiare o a rimanere seduti a far passare il tempo. Guo e Qin alla fine vedono annullata la loro identità di individui, picchiati per qualcosa che ha commesso uno solo: accusa questa verso una società che schiaccia il singolo, pigramente violenta nella sua opera di livellamento. Messaggio forte, però appesantito dalla pedissequità dell'omaggio a "Ladri di biciclette" di Vittorio De Sica, e da inquadrature che non vanno oltre l'esercitazione scolastica. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come accettabile per la forza della denuncia, e problematico per il tono amaro delle situazioni rappresentate e l'esplosione di cruda violenza nel finale, che però non fa desistere il protagonista dalla sua caparbia affermazione di sé: qui è leggibile una metafora del rapporto individuo/società e della volontà di andare avanti portando sulle spalle la propria speranza, anche se frantumata.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e recuperato in rassegne e proposte su temi quali: adolescenza, nuovo cinema cinese, rapporto individuo/società. Temi tutti da approfondire in opportuni dibattiti.

Le altre valutazioni

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