Orig.: Italia/Francia (2001) - Sogg.: liberamente ispirato a due capitoli de "La coscienza di Zeno" di Italo Svevo - Scenegg.: Francesca Comencini e Francesco Bruni con la collaborazione di Richard Nataf - Fotogr.(Panoramica/a colori): Luca Bigazzi - Mus.: Ludovico Einaudi - Montagg.: Francesca Calvelli - Dur.: 85' - Produz.: BiancaFilm (Roma), Mikado Film (Milano), RAI Cinema, Les Film d'Ici (Parigi), Arte France Cinema.
Interpreti e ruoli
Fabrizio Rongione (Zeno Cosini), Chiara Mastroianni (Ada), Claudia Coli (Alberta), Viola Graziosi (Augusta), Toni Bertorelli (il padre di Zeno), Mimmo Calopresti (il sig. Malfenti)
Soggetto
Profondamente colpito dalla morte del padre, e turbato per non aver potuto chiarire con lui le incomprensioni che li dividevano, il giovane Zeno Cosini, privo di lavoro stabile, trova appoggio nel signor Malfenti, gallerista, uomo d'arte, amico di famiglia. Malfenti ha quattro figlie: prima della piccola Anna, ci sono le ragazze Ada, Alberta, Augusta. Zeno viene invitato a cena, accetta, si innamora di Ada. Lei fa l'attrice, lui la segue a teatro, la riaccompagna a casa, si baciano. Giorni dopo Zeno incontra Alberta al bar; il rapporto con Ada si è deteriorato. Passata la prova generale a teatro, Alberta litiga con Ada e di lì a poco tenta il suicidio. Trascorre un anno. Malfenti invita Zeno a casa per il compleanno di Augusta. C'è anche Guido, il ragazzo di Ada. Zeno rivela ad Alberta i propri sentimenti verso di lei, ma Alberta dice che non può amarlo. Augusta dice a Zeno che lo ama. Lui non risponde subito. Si lascia andare a quell'amore. I due si sposano.
Valutazione Pastorale
'La coscienza di Zeno', il Terzo millennio. Ovvero Zeno Cosini nostro contemporaneo. Dal romanzo di Italo Svevo (uno dei più importanti della letteratura italiana del '900), Francesca Comencini sceglie i passaggi di alcuni capitoli e li trasferisce nella Roma di oggi. Una Roma però senza monumenti, senza folklore, senza insomma segni visibili di riconoscimento e con poca luce. C'é più notte che giorno nel faticoso muoversi di Zeno da un luogo all'altro, dalla propria casa a quella delle quattro sorelle che 'intorno gli sono capitate'. Oltre che negli spostamenti fisici, la fatica si sente di più in quelli mentali, interiori, nella (in)capacità di dare un senso agli avvenimenti: la morte del padre (perdita, sottrazione, rimorso) da un lato; l'amore per una delle sorelle (vitalità, ripresa, azione) dall'altro. Ma quale sorella? e da quale cercare di essere ricambiato? E come riconoscere l'amore autentico? Zeno ieri, oggi, domani. Il film funziona proprio in questa capacità di riproporre il personaggio di uno 'stordito' di un 'apatico', come tipologia fuori dal tempo, come disposizione della mente e ripiegamento dell'anima. Detto con semplicità, forse con qualche formalismo di troppo ma con lucida onestà intellettuale. Proprio il suo essere in modo anomalo 'dentro' il nostro tempo rende il film di più difficile approccio. Ma il dramma di fondo regge, per la sua adesione e valori umani forti e non superficiali. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile, e complesso sia per le tematiche sia per il taglio del racconto simile ad un concerto da camera, ad un bozzetto, ad una lirica breve.
Utilizzazione
Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria. Da proporre anche in altre circostanze per affrontare i temi del sentimento, dell'equilibrio interpersonale, del rapporto con il padre. E per confrontare questa realizzazione con il romanzo di Italo Svevo.