Orig.: Francia/Islanda (2016) - Sogg. e scenegg.: Solveig Anspach, Jean Luc Gaget - Fotogr.(Panoramica/a colori): Isabelle Razavet - Mus.: Martin Wheeler - Montagg.: Anne Riegel - Dur.: 95' - Produz.: OCS, Le PACTE in associazione con Indexfilm3, Icelandic Film Centre - 48^ FESTIVAL DI CANNES (2016) PREMIO SACD ALLA QUINZANE DES REALIZATEURS.
Interpreti e ruoli
Florence Loiret Caille . (Agathe), Sair Guesmi (Samir), Didda Jonsdottir (Anna), Philippe Rebbot (Reboute), Estéban (Daniel), Olivia Cote (Corinne), Frosti Jon Runolfsson (Frosti), Johanna Nizard (Sofia), Ingvar E. Sigurosson (Siggi), Solveig Anspach (presidente direttorio piscina), Solène Rigot (nuotatrice)
Soggetto
A Montreuil, dove lavora come gruista, il quarantenne Samir vede in un caffè Agathe, se ne innamora e cerca di incontrarla di nuovo. Venuto a sapere che insegna nuoto nella piscina comunale, vi si reca e, fingendosi un novellino, si iscrive ai corsi per poterla rivedere. La bugia funziona fino a quando, un giorno, arrivato in vasca, Samir apprende che Agathe è partita per l'Islanda, scelta per rappresentare la Francia ad un congresso internazionale. A Samir non resta che prendere un aereo e raggiungerla...
Valutazione Pastorale
Fin dal primo gesto, quel rincorrere una ragazza che lo ha mandato fuori di testa, si capisce che la vicenda correrà sul filo di uno sconnesso, impresentabile romanticismo, il folle inseguimento di un uomo fuori dai propri confini per non perdere colei che può portarlo alla ragione e farli ritrovare l'equilibrio perduto. Così Agathe, a sua volta, si lascia conquistare da una passione irresponsabile e quasi mai razionale. Così è la chimica degli affetti: nascono casuali e vanno avanti per circostanze forzate, non prevedibili. Così la trasferta in Islanda non risponde ad alcunché di logico (se non all'esigenza di un doveroso ritorno a casa, l'ultimo, per la sfortunata regista) ma consente di mettere a fuoco differenze caratteriali e un insieme di atteggiamenti che identificano usanze e abitudini opposte. Lo spaesamento di Samir trova corrispettivo nelle incertezze verbali di Agathe, che spesso restano senza parole. Nascono tra i due interrogativi in cerca di risposta. Ma alla fine l'amore non ha bisogno di risolvere enigmi. Basta a se stesso, anzi fa per due. Molto discontinuo nei dialoghi e con qualche smagliatura nella sceneggiatura, "L'effetto acquatico" vola sulle imperscrutabili trame dei sentimenti, si sforza di essere credibile anche nei passaggi più metaforici (la tazzina di caffè...), indulge ad un finale rapido e accomodante. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e con possibilità di dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria con preferenza per chi predilige quel cinema europeo ricco di simboli e di enigmi.