Orig.: Stati Uniti (2004) - Sogg.: William Wisher, Caleb Carr - Scenegg.: Alexi Hawley - Fotogr.(Scope/a colori): Vittorio Storaro - Mus.: Trevor Rabin - Montagg.: Mark Goldblatt - Dur.: 114' - Produz.: James G. Robinson.
Interpreti e ruoli
Stellan Skarsgard (Lankester Merrin), James D'Arcy (padre Francis), Izabella Scorupco (Sarah), Julian Wadham (maggiore Granville), Remy Sweeney . (Joseph)
Soggetto
Nel 1949 l'ex padre Merrin, persa la fede e ridottosi a vivere in Egitto in modo precario, riceve l'incarico di riportare alla luce una antichissima chiesa sepolta sotto le sabbie intorno a Nairobi. Arrivato sul posto, Merrin deve confrontarsi con questa misteriosa struttura, costruita circa mille anni prima dell'arrivo dei cristiani e caratterizzata dalla presenza di molti crocefissi capovolti. Intorno la popolazione locale è in fermento, teme il ritorno dei Turcano, dei indemoniati, mentre un bambino sembra posseduto dal maligno e invece ad essere contagiata é Sara, una scienziata del gruppo che impazzisce e muore. Di fronte al precipitare degli eventi, il segreto della chiesa è destinato a restare tale. Ma intanto ecco Merrin a Roma, davanti a San Pietro: é di nuovo sacerdote.
Valutazione Pastorale
Questo quarto appuntamento con "L'esorcista" (il primo, diretto da William Friedkin, é del 1973) intende configurarsi come un 'prequel', ossia rivolto a raccontare quello che è successo prima dell'inizio. La ricerca della chiesa sepolta da parte di un ex sacerdote getta le premesse per una sorta di confronto dell'uomo con se stesso, con i suoi dubbi: a contatto con simboli del maligno, con tradizioni, credenze inconsce e superstizioni, Merrin deve percorrere la strada della sofferenza prima di riconoscersi e riacquistare la propria identità. L'itinerario, a dire il vero, é piuttosto ingarbugliato, rivolto soprattutto a costruire un racconto avventuroso alla maniera di Indiana Jones. I riferimenti religiosi sono un pretesto per fare leva su elementi antropologici ancestrali e dare loro una certa 'importanza'. Non c'é (né voleva esserci) una qualche intenzione di indagine spirituale, il risultato finale risente di molta confusione in fase realizzativa. La conclusione é comunque misurata e equilibrata. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile, con riserve per le molte crudezze presenti.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria con attenzione per il pubblico meno 'avvertito' rispetto al genere 'horror'. Stessa cura é da tenere per i minori in vista di passaggi televisivi, o di uso di VHS e DVD.