LIBERTY HEIGHTS

Valutazione
Discutibile, scabrosità
Tematica
Adolescenza, Amicizia, Famiglia - genitori figli, Razzismo
Genere
Commedia
Regia
Barry Levinson
Durata
127'
Anno di uscita
2000
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Liberty heights
Distribuzione
Warner Bros Italia
Musiche
Andrea Morricone
Montaggio
Stu Linder

Orig.: Stati Uniti (1999) - Sogg. e scenegg.: Barry Levinson - Fotogr.(Normale/a colori): Chris Doyle - Mus.: Andrea Morricone - Montagg.: Stu Linder - Dur.: 127' - Produz.: Barry Levinson, Paula Weinstein.

Interpreti e ruoli

Adrien Brody (Van), Ben Foster (Ben), Orlando Jones (Little Melvin), Joe Mantegna (Net), bebe Neuwirth ( il padre), Rebekah Johnson . (la madre), (Sylvia)

Soggetto

Baltimora, 1954. Nella famiglia ebrea Curtzman il padre Net, mentre manda avanti un teatrino di varietà con bar e ballerine, in realtà ha messo in piedi un gioco a scommesse clandestino. I due figli Van e Ben vanno a scuola e coltivano amicizia di vario tipo. Ben in particolare è colpito da Silvia, una ragazza di colore. La segue, va a casa sua, ma poi arriva il padre di lei e lo porta via, proibendo ai due di rivedersi. Nel frattempo, per un errore di calcolo, il gioco va in tilt e Little Melvin, un modesto spacciatore negro, vince 100mila dollari. Non essendo in grado di pagare, Net si risolve a cedere parte della propria attività al negro. Questi però si sente preso in giro, e una sera all'uscita dal teatro Royal rapisce Ben con i suoi amici. Net si adegua, vende tutto. Siamo al giungo 1955. La scuola é finita, i ragazzi si preparano per il college. Approfittando dell'incapacità di Little Melvin, Net riprende in mano la situazione del locale. Poi però tutti vengono arrestati per sfruttamento della prostituzione. Net si confessa pubblicamente nella sinagoga, prima di passare un periodo in carcere. La voce di Ben fuori campo commenta questa stagione importante della vita sua e della sua famiglia.

Valutazione Pastorale

Barry Levinson, regista e autore del copione, é nato a Baltimora ed era adolescente negli anni presi in esame. C'è dunque qualcosa di autobiografico, di vissuto personalmente in questa vicenda che, partendo dal microcosmo di una famiglia ebraica, si allarga fino a diventare una specie di affresco di un momento importante della società americana. Gran parte dei problemi trova origine nelle differenze razziali e sociali: negri ed ebrei, ricchi e poveri, un amalgama difficile che trova ostacoli nei più grandi, mentre da parte dei ragazzi c'é propensione a superare differenze sempre meno avvertite. Levinson ha voluto realizzare la vicenda come si sarebbe fatta in quegli anni: non solo quanto ad atmosfere, ambienti, costumi ma anche nel ritmo narrativo, forse per questo un po' lento e non sempre scorrevole. Le esagerazioni arrivano, quando il linguaggio scade in certe volgarità più contemporanee e la solita ricerca di esperienze sul piano sessuale riempie troppi passaggi in modo eccessivo e forse inutile. Resta quindi un film di buona fattura, che richiama opportunamente l'attenzione sul tema difficile (e per certi versi ancora attuale) delle incomprensioni culturali ma che risulta squilibrato nei diversi piani del racconto. Dal punto di vista pastorale, la valutazione é quella del discutibile, motivata anche dalle scabrosità di linguaggio e situazioni.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza dei minori. Più utile in situazioni mirate, come quadro storico, capace di offrire spunti e suggerimenti anche riguardo all'America di oggi.

Le altre valutazioni

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