Orig.: Stati Uniti (2012) - Sogg.: tratto parzialmente dalla biografia "Team of Rivals: The Political Genius of Abraham Lincoln" di Doris Kearns Goodwin - Scenegg.: Tony Kushner - Fotogr.(Scope/a colori): Janusz Kaminski - Mus.: John Williams - Montagg.: Michael Kahn - Dur.: 150' - Produz.: Steven Spielberg, Kathleen Kennedy per Amblin Entertaiment.
Interpreti e ruoli
Daniel Day-Lewis (Abraham Lincoln), Joseph Gordon-Levitt (Robert Todd Lincoln), Tommy Lee Jones (Thaddeus Stevens), Sally Field (Mary Todd Lincoln), James Spader (W.N. Bilbo), David Strathairn (William Seward), Jackie Earlie Haley ( segretario di Stato), David Qyelowo (Alexander Stephens), Hal Holbrook (caporale Ira Clark), John Hawkea (Francis Preston Blair), Bruce McGill (Robert Latham), Tim Blake Nelson (Edwin Stanton), Joseph Cross (John Hay (Richard Schnell), Jared Harris (Ulysses S. Grant), Lee Pace . (Fernando Pace)
Soggetto
Gennaio 1865. La guerra di secessione tra gli Stati del Nord e quelli del Sud dilania ancora gli Stati Uniti. All'inizio del secondo mandato presidenziale, Abraham Lincoln intuisce che molte possibilità di arrivare ad una pacificazione sono legate all'approvazione del tredicesimo emendamento, quello dell'abolizione della schiavitù. L'argomento è tuttavia ancora estremamente ostico, delicato, difficile da affrontare. Sapendo di non poter contare su una maggioranza certa in Parlamento, Lincoln comincia una serie di incontri, colloqui, dialoghi con alcuni rappresentanti politici, anche dll'opposizione, per convincerli a votarea favore. Si tratta di un lavoro lungo e denso di ostacoli, che richiede saggezza, tenacia, convinzione. Ma,al termine, il traguardo sperato arriva: la schiavitù è abolita. Poco dopo, una sera a teatro, il Presidente resta vittima di un attentato, e muore.
Valutazione Pastorale
In vista dei 67 anni (è nato nel 1946), e oltre quaranta dopo il celebrato esordio con "Duel" (1971), Speilberg non ha perso un grammo di freschezza nè di slancio creativo e scrive una nuova, sontuosa pagina di storia, americana e non solo. Rispetto ai capitoli precedenti (da ricordare almeno Schindler's list, 1993; Salvate il soldato Ryan, 1998; War Horse, 2011), qui si dedica meno spazio all'azione pura a vantaggio di una dialettica aspra e serrata affidata a parole, dialogo, ragionamenti. Il copione è modellato dal regista in un rapporto spazio-tempo di ampio respiro: sfidando la logica del prevedibile, evitando le secche dell'agiografia attraverso risvolti che fanno perno sulla razionalità del buon senso e sulla filosofia della ragione umana e spirituale. C'è spazio anche per forme di convinzione meno simpatiche, ma il ritratto di Lincoln resta scolpito su una sofferenza pubblica e privata che fa appello all'inevitabie traguardo del bene comune, e sulla fine della guerra come momento ineliminabile di crescita collettiva. Un affresco dalle incisive cadenze morali, per un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in occasioni successive, come prodotto di bella sostanza spettacolare, suppportato da grandi interpretazioni, fotografia, ambientazione. Da proporre anche in ambito scolastico, pur tenndo conto della durata (150').