Orig.: Stati uniti (1999) - Sogg. e scenegg.: Ted Griffin - Fotogr.(scope/a colori): Anthony B.Richmond - Mus.: Michael Nyman, Damon Albarn - Montagg.: Neil Farrell - Dur.: 129' - Produz.: Adam Fields, David Heyman.
Interpreti e ruoli
Robert Carlyle (capitano Colqhoun/Ives), Guy Pearce (capitano Boyd), David Arquette (Cleaves), Jeremy Davies (Toffler), Jeffrey Jones (Hart), John Spencer (generale Slauson), Stephen Spinella. (Knox), Neal McDonough.
Soggetto
Siamo nel 1847. Un gruppo di soldati rifugiatosi in un forte isolato tra le nevi della Sierra Nevada si deve adattare ad una strenua lotta per la sopravvivenza. Boyd,il capitano, cerca di ricorrere ad ogni stratagemma per salvare se stesso ed i suoi uomini dall'insidia rappresentata da un altro ufficiale che li sta braccando. Si chiama Colqhoun, un capitano spedito per punizione in quelle zone desolate e che ha sviluppato una particolare predilezione per la carne umana. Quando Colqhoun si insinua tra gli altri, la vita nel forte non é più la stessa. La tensione sale e gli scontri tra gli uomini sono sempre più cruenti. Colqhoun ferisce Boyd che per guarire si vede costretto a mangiare la carne del maggiore Knox morto. Boyd guarisce. Lui e Colqhoun sono di nuovo di fronte. Lottano ferocemente tra loro e alla fine rimangono chiusi in una tenaglia. Quando arriva il generale, entrambi sono ormai morti. Il generale va in giro per il forte, nella cucina assaggia il brodo e dice che é buono.
Valutazione Pastorale
Film sicuramente eccessivo, a tinte forti, truculento in più momenti, ma anche ben sviluppato, portato avanti con coerenza e non per creare paura fine a se stessa. La grande carnalità della storia diventa campanello d'allarme per delineare le tante forme di aggressività che non si vedono ma che di frequente punteggiano la vita quotidiana. Il tono esasperato, la violenza a fior di pelle tirati fino al cannibalismo (il tutto su uno sfondo ottocentesco selvaggio e ruvido)sono i segnali sui quali corre un tono di metafora al di là della cornice storica e ambientale. La dannazione dell'uomo é quella di uccidere per sopravvivere, perché nel fondo dell'anima chiedono spazio la sete di potere, l'inganno, l'odio del "mors tua vita mea". Infelici gli uomini che sono preda di questi attacchi: la carne il sangue scorrono tra la ricerca della verità e della felicità. Visivamente certo c'é troppo horror, manca una maggiore elaborazione del dialogo, ma il taglio di denuncia é evidente e incisivo. Dal punto di vista pastorale, quindi, il film é da valutare come discutibile, con le crudezze sopra ricordate, e con successivi dibattiti.
UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film é da utilizzare in occasioni mirate, dove con opportuni supporti sia possibile cogliere le suggestioni sopra accennate offerte dalla storia.