Sogg.: dal romanzo omonimo di Fernando G. Delgado - Scenegg.: Alvaro El Amo, Vicente Aranda - Fotogr.(Panoramica/a colori): Flavio Metz Labiano - Mus.: Josè Nieto - Montagg.: Teresa Font - Dur.: 100' - Produz.: Lola Film in associazione con Cartel e in collaborazione con Via Digital - VIETATO AI MINORI DI ANNI 18.
Interpreti e ruoli
Laura Morante (Begonia), Josè Coronado (Elio), Miguel Angel Garcia (Daniel), Juanjo Puigcorbé (Ramon), Sancho Gracia (Ignacio), Ana Obregon (Marian), Blanca Apilanez Alonso Caparros (Isabel), Maria Jesus Valdes, Miguel Bosè
Soggetto
In una città spagnola, la trentenne Begonia coltiva l'ossessione di trovare un altro suo Io e accumula annotazioni nel proprio diario sui rapporti avuti con gli uomini. C'è Elio, un perdente affascinante e solitario che la porta in giro in moto in zone malfamate per farle vivere situazioni erotiche al limite del sopportabile. C'è Ignazio, stravagante e nostalgico, che la fa posare per ritratti un po' pornografici un po' di tono psicanalitico. C'è Santiago, già compagno di studi, oggi sposato e padre, sempre pronto a coinvolgerla in torride feste. C'è Ramon, il suo capo ufficio dai modi cinici, e infine c'è Daniel, adolescente tenero e spaesato che la corteggia con passione e insistenza e riesce a strapparle il consenso al matrimonio. Prima delle nozze, Begonia si lascia coinvolgere da Elio in uno stupro e dopo apprende di essere incinta. Sposa Daniel e dopo torna dagli stupratori, decidendo da sola stavolta come comportarsi. Daniel, sconvolto, se ne va. Elio le dice che sa di cosa lei ha bisogno: restare sola. A casa, il bambino piange. Begonia va verso la culla e lo prende in braccio.
Valutazione Pastorale
Si tratta della storia drammatica di una donna di oggi divisa tra ambizioni personali, soddisfazioni materiali, contrasti con la famiglia, ricerca del piacere. Forse sarebbe meglio definirlo un melodramma psicoerotico con elementi di tecnologia virtuale e residui intellettualistici a condizionare la vita della protagonista. Comunque lo si voglia definire, resta un pasticcio estetizzante e inconcludente, il solito pretesto mascherato da indagine socioculturale per dare il via a sequenze di erotismo spinto e non giustificabile. Il dramma della protagonista non esiste, i problemi sono vacui in una totale assenza di logica e di senso della misura. Dal punto di vista pastorale, un film del tutto negativo (anche perché costruito con veste professionale abile) e inaccettabile.
UTILIZZAZIONE: il film non propone motivi di utilizzazione né per la programmazione ordinaria né tanto meno per altri contesti.