Interpreti e ruoli
Riccardo Scamarcio (Luciano), Benedetta Porcaroli (Anna), Sandra Ceccarelli (Madre Corrado), Valeria Bilello (Amelia), Antonio Salines (Professore), Vincenzo Nemolato (Giovanni), Lino Musella (Osvaldo), Costantino Seghi (Corrado)
Soggetto
Ascoli Piceno, 1938. Luciano, simpatizzante del fascismo e veterano della grande guerra, è il proprietario di un ristorante in piazza del Popolo. Una mattina un cameriere gli fa notare che una giovane ragazza sta fissando il locale davanti alla vetrina. La avvicina e comincia a parlarle…
Valutazione Pastorale
L’argomento è forte (il fascismo in un anno centrale, il 1938, quello della visita di Hitler a Roma, e delle leggi razziali), ma il regista lo affronta quasi tenendosene fuori, forse per pudore forse per malcelato timore. Vero protagonista è infatti il sentimento per Anna, che stravolge la vita di Luciano, lo induce ad assumere atteggiamenti impensati e alla fine lo porta a rinnegare se stesso. È bella, incisiva, malinconica questa undicesima prova di Piccioni, abitata da un dolore destinato a crescere. Il regista torna nella sua Ascoli, dove è nato nel 1953, e recupera le atmosfere umbratili e pensose di certe sue prove (vedi “Fuori dal mondo”, 1998). Lasciata la scanzonata goliardia dell’esordio (“Il grande Blek”, 1987), Piccioni si fa serio, non gioca con la guerra ma nemmeno con l’amore, che anzi, e forse per fortuna, alla fine vince la partita del cuore. Il film attraversa la storia di ieri per lanciare un monito sulla nostra difficile quotidianità. Piccioni si conferma regista dalla bella tenuta drammatica, bravo nel dirigere i due protagonisti, Riccardo Scamarcio (Luciano), e Benedetta Porcaroli (Anna), con intorno alcuni validissimi caratteristi, che danno vigore e tensione alla storia. Dal punto di vista pastorale, “L’ombra del giorno” è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in molto occasioni per riflettere sul cinema italiano anni 30, sulla provincia, sull’amore in tempo di guerra.