L’orchestra stonata

Valutazione
Consigliabile, Semplice, Adatto per dibattiti
Tematica
Amore-Sentimenti, Arte, Disabilità, Educazione, Famiglia - fratelli sorelle, Famiglia - genitori figli, Malattia, Musica, Solidarietà-Amore
Genere
Commedia - Dramma
Regia
Emmanuel Courcol
Durata
103'
Anno di uscita
2024
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
En Fanfare
Distribuzione
Movies Inspired
Soggetto e Sceneggiatura
Emmanuel Courcol e Irène Muscari
Fotografia
Maxence Lemonnier
Musiche
Quadrature Michel Petrossian
Montaggio
Guerric Catala
Produzione
AGAT FILMS in coproduzione con France 2 CINÉMA Con il supporto di: CANAL +, con la partecipazione di CINÉ +, France Télévisions in associazione con CINÉAXE 5, ENTOURAGE SOF ICA 2, INDÉFILMS 12, LA BANQUE POSTALE IMAGE 17, SG IMAGE 2022, SOFITVCINE 11; con il supporto di: PICTANOVO, la regione Hauts-de-France in collaborazione con il CNC; con il supporto di: PROCIREP, ANGOA, SACEM

Interpreti e ruoli

Benjamin Lavernhe (Thibaut Désormeaux), Pierre Lottin (Jimmy Lecocq), Sarah Suco (Sabrina), Jacques Bonnaffé (Gilbert), Clémence Massart (Claudine), Anne Loiret (Claire), Mathilde Courcol-Rozès (Rose), Yvon Martin (Anthony), Isabelle Zanotti (Charlène), Nicolas Ducron (Yannick), Marie-José Billet (Brigitte)

Soggetto

Il quarantenne Thibaut è un celebre direttore d’orchestra che un brutto giorno scopre di essere malato di leucemia. Facendo indagini sulla compatibilità dei familiari scopre di essere stato adottato e di avere un fratello di sangue, Jimmy, operatore di una mensa sociale che vive in provincia e suona il trombone nella banda comunale. Non potrebbero essere più diversi, ma hanno una passione in comune: la musica.

Valutazione Pastorale

Presentato al Festival di Cannes 2024 e alla 19ª Festa del cinema di Roma (2024), “L’orchestra stonata” (“En Fanfare”) è il terzo lungometraggio del regista e attore francese Emmanuel Courcol. Nel 2020 con “Un triomphe” il regista aveva raccontato la sofferenza, e il riscatto, di un attore caduto in disgrazia che si trova a mettere in scena uno spettacolo in prigione, storia vera che ha trovato la sua trasposizione in italiano in “Grazie ragazzi”, diretto da Riccardo Milani e interpretato da Antonio Albanese. Courcol usa di nuovo un’espressione artistica, in questo caso la musica, per raccontare una storia di rapporti personali che vira sul sociale, intrecciando legami familiari, lavoro, opportunità e destino.
La storia. Il quarantenne Thibaut è un celebre direttore d’orchestra che un brutto giorno scopre di essere malato di leucemia. Facendo indagini sulla compatibilità dei familiari scopre di essere stato adottato e di avere un fratello di sangue, Jimmy, operatore di una mensa sociale che vive in provincia e suona il trombone nella banda comunale. Non potrebbero essere più diversi: il direttore è colto e raffinato, un filo saccente, Jimmy è scontroso, istintivo e orgoglioso, ma entrambi amano la musica. Dopo un iniziale, comprensibile, sbandamento emotivo – Thibaut si sente tradito dalla sua famiglia che gli ha nascosto l’adozione e Jimmy guarda con indifferenza, se non con astio, il fratello ritrovato, che nella lotteria delle adozioni sembra aver estratto il biglietto vincente – i due trovano un accordo: dopo il trapianto di midollo ognuno andrà per la sua trada. Tuttavia, superata l’emergenza, Thibaut, sentendosi immeritatamente favorito dalla sorte, vuole riparare all’ingiustizia e aiuta il fratello spronandolo ad esprimere il proprio talento musicale (scopre con immenso stupore, e un pizzico d’invidia, che Jimmy è dotato dell’orecchio assoluto) e lo convince ad accettare la direzione della banda musicale di cui fa parte, dandogli anche alcune lezioni. Tra brani classici, jazz e marce, confessioni e rimpianti, alti e bassi, il rapporto tra i due fratelli cresce, ma il destino, ancora una volta, si mette in mezzo e spariglia le carte: a Jimmy non resta che regalare a Thibaut una travolgente e corale esecuzione del “Bolero” di Ravel.
A dispetto del titolo (italiano) “L’orchestra stonata”, Courcol ha diretto un’opera ben accordata, che alterna sapientemente dramma e commedia, in una scrittura misurata, empatica ed essenziale, pudica nel raccontare la malattia di Thibaut e l’infanzia difficile di Jimmy. Ed è il suo pregio, ma per certi versi anche il limite: molte piste aperte – c’è la crisi di un’azienda con la lotta degli operai per non perdere il lavoro – avrebbero meritato un maggiore approfondimento, ma sono proprio queste “divagazioni sul tema” a tenere il film lontano dal “già visto”, dalla lacrima facile, ma, attenzione, non dalla commozione. La perfetta interpretazione di Benjamin Lavernhe (Thibaut) e Pierre Lottin (Jimmy) fa il resto. “L’orchestra stonata” è una garbata commedia a vocazione popolare, nel senso più nobile del termine, consigliabile, semplice e adatta per dibattiti

Utilizzazione

Da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte altre occasioni.

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