Orig.: Germania (2017) - Sogg. e scenegg.: Nick Beker Monteys, Alexandra Umminger - Fotogr.(Panoramica/a col.): Eva Fleig - Mus.: Christoph Berg - Montagg.: Dagmar Lichius - Dur.: 107' - Produz.: Siegfried Kamml, Christian Alvart, Timm Oberwelland.
Interpreti e ruoli
Jurgen Prochnow (Eduard Leander), Petra Schmidt Schaller (Adele), Suzanne Von Borsody (Uli), Tambet Tuisk (Lew), Artjom Gilz (Boris), Maria Kochur (Nastja), Jevgeni Sitochin (Nikolai), Natalia Bobyleva (Masha), Nina Antonova (Ustinja), Kai Ivo Baulitz (Hermann Bergmann), Kathrin Angerer (Eva Bergmann), Andreas Patton . (Marcus)
Soggetto
L'anziano Edward, ex ufficiale dell'esercito tedesco, compie un viaggio in Ucraina deciso a ritrovare Svetlana, la donna che negli anni di guerra amava. Sua nipote Adele, mandata dalla mamma Uli per convincerlo a rinunciare, si ritrova invece sul treno e parte con lui...
Valutazione Pastorale
Si tratta di una vicenda da un lato di pura invenzione dall'altro così fortemente legata alla realtà e allo svolgimento dei fatti da risultare vicina all'idea di un documentario, vivo e palpitante. Di quello che è successo nelle vicende tedesco-sovietiche a partire dal dopoguerra non si conosce molto, e ancora meno ne sappiamo da quando è crollato il muro di Berlino ed è implosa l'Unione Sovietica. La frammentazione dell'ex impero sovietico ha originato nuove realtà geografiche e politiche tra le quali l'Ucraina è una delle l più evidenti e importanti. Così qui il racconto mette al centro Edward, oggi 92enne, che torna nella 'nuova' Ucraina alla ricerca di una donna che lui aveva amato in anni lontani. Svetlana, che l'uomo si mette a cercare con ostinazione, rappresenta il suo legame con il passato, e insieme uno sguardo profondo e sofferto su anni lontani. L'incrocio tra i ricordi che non svaniscono va di pari passo con la rabbia e il rimpianto per non aver fatto tutto il possibile. Edward ha dolore dentro che pesa come un macigno ma sa che le colpe, certe colpe, non sono cancellabili. Adele, la nipote lontana da lui per età e anni, prova un sentimento di rabbia e di compassione, una pietà forte e profonda. Forse il finale prova ad annullare colpe e colpevoli ma la realtà è che le macchie prodotte dalla Storia non si estinguono, e le vicende umane segnate dalla guerra lasciano ferite che non si rimarginano. Quasi mai. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte occasioni per avviare una riflessione su temi quali cinema e storia, cinema e Europa dell'est, la guerra come fine dell'innocenza e della libertà, interiore e mentale.