Orig.: Italia (2001) - Sogg. e scenegg.: Paolo Sorrentino - Fotogr.(Panoramica/a colori): Pasquale Mari - Mus.: Pasquale Catalano - Montagg.: Giogiò Franchini - Dur.: 100' - Produz.: Nicola Giuliano, Kermith Smith, Francesca Cima, Angelo Curti.
Interpreti e ruoli
Toni Servillo (Tony), Andrea Renzi (Antonio Pisapia), Nello Mascia (il Molosso), Ninni Bruschetta (Genny), Angela Goodwin . (madre di Tony), Enrica Rosso (Elena), Clotilde Sabatino (Vanna), Roberto De Francesco (Gigi Moscati), Peppe Lanzetta (Salvatore), Stefania Barca . (Monica)
Soggetto
Nel 1980 Antonio Pisapia detto Tony è un affermato cantante di musica leggera. Dopo un trionfale concerto, in preda all'euforia, seduce una ragazzina, viene sorpreso da moglie e figlia, arrestato e incarcerato per stupro a minorenne. Nello stesso 1980 Antonio Pisapia, stopper in una squadra di serie A, segna un favoloso gol che vale l'ingresso in Coppa Uefa. La sua carriera è in ascesa quando, in allenamento, si rompe i legamenti ed è costretto a smettere. Quattro anni dopo, 1984. Assolto dalla legge, Tony ha però perso il rapporto con il pubblico. Nessuno lo chiama più, e il suo manager riesce a trovargli solo esibizioni in paesini di provincia. Antonio, preso il tesserino di allenatore, ha voglia di mettere in pratica certi suoi schemi, ma nessuno gli dà fiducia e finisce per provarli in modo ossessivo dentro casa. La moglie lo lascia, Antonio ha poi una relazione con Elena, un avvocato. Ma il suo equilibrio è ormai molto precario. Per riorganizzarsi, Tony cerca di acquistare un ristorante, ma la mafia arriva prima di lui. Tony e Antonio si incrociano al mercato. Tony poi lo chiama ma non lo trova. Deluso e sfiduciato, Antonio si spara. Tony si fa operare ad una cisti, poi va dal prsidente della squadra di calcio di Antonio e lo uccide. Inseguito, sale su una barca e si getta in mare. Poco dopo eccolo in cella a cucinare il pesce, una sua specialità.
Valutazione Pastorale
"L'uomo in più -chiarisce il regista Paolo Sorrentino- esprime la condizione esistenziale di entrambi i protagonisti del film, che dall'apoteosi del successo nel 1980 psrofondano in un baratro di disperata solitudine nel 1984. Tutti e due diventano, di colpo, 'uomini in più', estromessi dal mondo nel quale fino a poco prima erano stelle". Si tratta di un esordio nell'insieme acuto e interessante. Al giovane autore (nato nel 1970) va riconosciuta l'originalità dell'argomento scelto e della collocazione storica. Come si sa il calcio, proprio per la sua enorme diffusione popolare, é tema poco o niente trattato: é retorico dirne bene, e si ha paura di dirne male. Ma di ombre ce ne sono, e la parabola di Antonio (costruita sulla base del tragico destino del calciatore Di Bartolomei, uccisosi) é il prototipo di tanti avvenimenti di quel mondo che non appaiono sui giornali. Anche il mondo della canzone, al di là del pettegolezzo e della mondanità, è poco conosciuto. E gli anni '80, dentro cui si muovono queste due figure, vanno rivisti, riletti, rivisitati. Buone intenzioni dunque, un racconto vivace, un taglio narrativo ben costruito con qualche smagliatura nel momento dell'incontro dei due 'estranei'. C'è denuncia, infine, di meccanismi che umiliano capacità e sensibilità, ma c'è anche qualche compiacimento di troppo, soprattutto nella figura di Tony, mai in realtà pentito dei propri gesti, pronto a compromessi e, nel finale, tutt'altro che sconfitto. Qualcuno paga, qualcun'altro no, sembra dire il regista. Una sorta di fatalismo aleggia sulle vicende. Dal punto di vista pastorale, sembra opportuno valutare il film come discutibile, evidenziandone una certa ambiguità.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzatro in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza dei minori. Da recuperare come ritratto dell'Italia anni '80, e per parlare, come si diceve, di argomenti quali il calcio e la musica leggera, nei loro retroscena meno noti.