La miniserie è in distribuzione sulla piattaforma Netflix
Interpreti e ruoli
Omar Sy (Assane Diop), Ludivine Sagnier (Claire, moglie di Assane), Ludivine Sagnier (Juliette Pellegrini), Nicole Garcia (Anne Pellegrini), Hervé Pierre (Hubert Pellegrini), Soufiane Guerrab (Youssef Guedira), Fargass Assandé (Babakar Diop)
Soggetto
Parigi, oggi. Assane Diop è quarantenne parigino di origini senegalesi che adora il protagonista dei romanzi di Maurice Leblanc, Arsène Lupin. Il furto di un'importante collana al museo del Louvre risveglia drammatici ricordi del suo passato, portandolo a indagare sulla morte del padre...
Valutazione Pastorale
L’Inghilterra custodisce il mito di Sherlock Holmes, mentre la Francia quello di Arsène Lupin. Due figure letterarie affascinanti ed emblematiche nate tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo: Sherlock è il geniale investigatore londinese uscito dalla penna di Arthur Conan Doyle, mentre Lupin è il ladro gentiluomo frutto dell’ingegno di Maurice Leblanc. Entrambi sono molto amati, non solo da milioni di lettori, ma anche dai producer di Netflix. Lo scorso settembre, infatti, il colosso streaming ha diffuso un riuscito spin-off della saga di casa Holmes dedicato alla sorella minore, Enola, mentre il 2021 si è aperto con successo con la miniserie “Lupin”, realizzata con la francese Gaumont, che vede protagonista assoluto Omar Sy, considerato tra i volti popolari del cinema francese dell’ultimo decennio, incoronato dal successo internazionale “Quasi amici” (2011).
“Lupin” è un progetto ambizioso e assolutamente riuscito. Giocato tra omaggio letterario e attualizzazione, la miniserie ci propone lo scenario della Parigi odierna, con quell’habitus urbano raffinato, sognante, e insieme cornice di non pochi disagi sociali. Lì vive Assane Diop (Omar Sy), quarantenne di origini senegalesi cresciuto con il mito di Arsène Lupin. Assane ha un irrisolto nel suo passato, la morte inspiegabile del padre, accusato di furto di preziosi; il padre è la persona che lo ha introdotto nel mondo letterario di Lupin. Da adulto, Assane conduce la propria vita imitando il “ladro gentiluomo” in tutto e per tutto. La situazione si complica quando, dopo il furto della collana della regina Maria Antonietta, Assane si imbatte nella verità sulla morte del genitore.
Cinque episodi perfettamente a incastro, tutti giocati tra presente e flashback, quadri sull’infanzia di Assane. Sulle prime si è quasi tentati di associare il prodotto alla saga hollywoodiana capitanata da “Ocean’s Eleven” (2001) a firma di Steven Soderbergh. Accantonata rapidamente quest’idea, il racconto scivola su un binario originale nel segno del thriller poliziesco impreziosito da raccordi brillanti e istantanee da dramma sociale-familiare. La messa in scena, una confezione elegante e a tratti quasi patinata, ci consegna un crescendo di riuscita suspense. In “Lupin” c’è una compresenza di generi e citazioni, tra letteratura e cinema, racconto che si muove su una scrittura solida e vivace, con una regia altrettanto incisiva e dinamica. Ruolo chiave è quello di Omar Sy, che convince per la sua recitazione fisica ed espressiva. Del cast sono inoltre da segnalare Ludivine Sagnier, Clotilde Hesme, Nicole Garcia e Soufiane Guerrab. Dal punto di vista pastorale la miniserie “Lupin” è da valutare come consigliabile e problematica, adatta per dibatti sul rapporto cinema-letteratura.
Utilizzazione
La miniserie può essere utilizzata per approfondire tanto il rapporto cinema (serialità tv) e letteratura quanto il legame padre-figlio. "Lupin" è indicato per un pubblico di adolescenti e famiglie; la presenza di un adulto è sempre consigliata per i temi in campo.