Il film è visibile sulla piattaforma Netflix
Interpreti e ruoli
Viola Davis . (Ma Rainey), Chadwick Boseman (Levee), Colman Domingo (Cutler), Glynn Turman (Toledo), Michael Potts (Slow Drag), Jeremy Shamos (Irvin), Jonny Coyne (Sturdyvant), Taylour Paige (Dussie Mae), Dusan Brown (Sylvester)
Soggetto
Nell’estate del 1927, a Chicago, un gruppo di musicisti si ritrova in uno studio di registrazione per incidere un disco con la “madre del blues” Ma Rainey…
Valutazione Pastorale
Diretto da George C. Wolfe e basato sull’omonimo testo teatrale del premio Pulitzer afroamericano August Wilson, “Ma Raineys black bottom” è uno dei titoli di punta di Netflix per la stagione cinema 2020-2021. Il film racconta la giornata di un gruppo di musicisti che si ritrova in un piccolo studio di registrazione, nella Chicago degli anni Venti, per accompagnare Ma Rainey, l’allora popolarissima “madre del Blues”. Eccentrica, dispotica, anticonformista, dotata di una voce incredibile, Ma Rainey ha saputo conquistarsi il rispetto dei bianchi; di più, usa i continui capricci, che mettono duramente alla prova la pazienza del suo manager, per ribadire la propria indipendenza e l’assoluta autonomia artistica. Le prove subiscono continui intoppi e, durante le numerose pause, a poco a poco le personalità dei musicisti e le loro storie emergono, rivelando vite intrise di sofferenze e vessazioni. Fra tutti quella del giovane trombettista Levee. Piantagrane con il dichiarato desiderio di costituire una propria band, con un suono più fresco e giovane, Levee nasconde dentro di sé un trauma e un dolore indicibili. All’interno del gruppo il rancore, all’inizio appena percepito, cresce a dismisura con il ritmo della musica per poi esplodere, incontenibile.
In un cast di assoluto valore e particolarmente affiatato spiccano Viola Davis e Chadwick Boseman. La pluripremiata Davis (un Oscar, un Emmy e due Tony Award) nel ruolo della dispotica e agguerrita cantante è magnifica: impressionante nella sua trasformazione fisica ma, soprattutto, nella capacità di trasmettere il dolore e la profonda tristezza di una donna che sa di non potersi permettere il più piccolo cedimento. Boseman (tra le sue interpretazioni più note c’è il kolossal “Black Panther” nel 2018), il giovane Levee, nel suo ultimo ruolo prima della scomparsa lo sorso anno a soli 43 anni, dona tutto se stesso al personaggio: con gli occhi gonfi d’odio e di dolore, con il movimento incessante delle mani. Nascosto dietro un’apparente svagatezza, rivela a poco a poco la sua disperazione fino a urlarla in faccia a tutti, in una incontenibile esplosione di rabbia contro gli altri musicisti, contro Dio, ma alla fin fine contro se stesso perché non riesce a perdonare e, soprattutto, a perdonarsi. Il regista George Wolfe – suoi sono "Come un uragano" (2008) e "Qualcosa di buono" (2014) – conserva l’impianto teatrale dell’opera ambientando quasi tutto il film nell’angusto e afoso seminterrato dove si svolgono le registrazioni. Non mancano, tuttavia, squarci di vita quotidiana della comunità afroamericana di quegli anni. Protagonista tra i protagonisti è, infine, il blues, la voce della vita. Come dice Ma: “Non canti per sentirti meglio. Cantando capisci la vita”. Dal punto di vista pastorale il film “Ma Rainey’s Black Bottom” è da considerare complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da proporre in programmazione ordinaria e in occasione di dibattiti sulla storia della comunità afroamericana e i problemi, ancora drammaticamente attuali, di razzismo e discriminazione. Per la delicatezza delle situazioni e dei temi trattati la visione è consigliabile a un pubblico adulto.