Sogg.: tratto dal libro di Betty Mahmoody, William Hoffer - Scenegg.: David Rintels - Fotogr.: (panoramica/a colori) Peter Hannan - Mus.: Jerry Goldsmith - Montagg.: Terry Rawlings - Dur.: 112' - Produz.: Harry J. Ufland, Mary Jane Ufland
Interpreti e ruoli
Sally Field (Betty Mahmoody), Alfred Molina (Moody), Sheila Rosenthal (Mahtob), Roshan Seth, Sarah Badel, Mony Rey, Georges Corraface
Soggetto
nel 1984 Mahmoody vive nel Michigan con la piccola Mahtob ed il marito Moody. Questi è un medico iraniano che da venti anni si è integrato negli Stati Uniti, anche se a volte i colleghi ironizzano sulla sua pelle molto scura e le sue capacità professionali. Poiché lui, dopo dieci anni di assenza da Teheran, insiste per andare a visitare i suoi e far loro conoscere moglie e figlia sebbene l'Iran sia in piena guerra Betty acconsente. Un nugolo di congiunti li attende all'aeroporto con fiori e feste, ma il clima fa presto a cambiare. Betty e la piccola devono come d'uso prendere i pasti con le donne di casa; c'è la grossa difficoltà della lingua; l'americana deve portare lo chador. Ma ecco improvvisa la trasformazione di Moody: da padre e marito affettuoso, appena rimesso piede in famiglia egli diventa un altro, per Betty quasi uno sconosciuto, che le impone umiliazioni, diventando despota e manesco e, qualche giorno dopo l'arrivo, l'uomo finisce con il rivelare le proprie vere intenzioni: tutti e tre resteranno in Iran per sempre. Betty è atterrita da un progetto del genere, che presenta tragiche prospettive per lei e per Mahtob, ma Moody non intende ragioni. La donna, alla quale è estremamente difficile di uscire controllata com'è dal parentado, riesce a contattare l'Ambasciata Svizzera (che si occupa anche dei cittadini arnericani), ma qui apprende che, secondo la legislazione iraniana, mai potrà ripartire insienne alla bambina, che intanto il malfido e invasato genitore ha iscritto ad una scuola islamica. Di Betty e Mahtob si occuperà un oppositore del regime dell'Ayatollah, in modo che, grazie a gente fidata e pagata ed ai Curdi delle montagne, esse potranno infine raggiungere con un avventuroso viaggio l'Ambasciata Americana in Turchia e da qui rientrare nel Michigan.
Valutazione Pastorale
a quanto consta, l'americana del film è la Betty Mahmoody che ha scritto il libro da cui esso è tratto (con regia inglese), dopo aver vissuto in Iran momenti dranmatici. Il film è realisticamente vero, per chi ama i fatti di cronaca e, comunque, verosimile per ciò che riguarda il dipanarsi della vicenda e la sua avventurosa conclusione. Meno credibile e troppo rapida, invece, la trasformazione del marito-padrone: docile e affettuoso in Michigan e da un ventennio avvezzo al confort americano, quasi di colpo mutato solo a vedere striscioni e cartelli dello spietato Kohmeini. La famiglia originaria lo ha recuperato e incapsulato subito e lui uomo fragile e per lo meno scervellato cede facilmente al richiamo di rituali e di norme di vita tradizionali. Nello sfondo impera il Corano, una "summa" della fede ma, al tempo stesso, un codice etico severissimo. Malgrado la vivacità dell'ambientazione, in questo curata, la storia è di quelle a tinte cupe. Comunque, si può vedere, anche se la scarsa conoscenza di valori morali, di usanze e tradizioni familiari e nazionali propri di etnie e culture lontane impone una certa cautela nel formulare paragoni e giudizi frettolosi.