Orig.: Francia (2015) - Sogg.: tratto dal romaNZO "Male di pietre" di Milena Agus - Scenegg.: Nicole Garcia, Jacques Fieschi - Fotogr. (Scope/a colori): Christophe Beaucarne - Mus.: Daniel Pemberton - Montagg.: Simon Jacquet - Dur.: 120' - Produz.: Les Production du Tresor - 69^ FESTIVAL DI CANNES 2016 IN CONCORSO.
Interpreti e ruoli
Marion Cotillard (Gabrielle), Louis Garrell (André Sauvage), Alex Brendemuhl (José), Brigitte Rouan (Adèle), Victoire Du Bois . (Jeannine), Aloise Sauvage (Agostine), Daniel Para (Martin), Jihwan Kim (Blaise), Victor Quilichini . (Marc 14enne)
Soggetto
In un paesino del Sud della Francia, Gabrielle mentre dà scandalo perché in attesa di trovare il vero amore, viene obbligata dai genitori a sposare un contadino spagnolo che ne farà una donna rispettabile...
Valutazione Pastorale
Il punto di partenza è il romanzo omonimo di Milena Agus, pubblicato nel 2006. Nata a Genova nel 1955 da genitori sardi, la Agus esordisce nel 2005 con "Mentre dorme il pescatore", e il secondo libro, passato sotto silenzio da noi, ottiene invece un inatteso e grande successo in Francia, dove esce con il titolo "Mal di pierres". Nell'accostarsi al testo, Nicole Garcia dice: "E' possibile deviare dalla storia originale a patto di non tradirla(...) L'abbiamo senz'altro modificata, abbiamo sviluppato e inventato dei nuovi passaggi, ma non ho mai perso di vista ciò che mi ha così tanto colpito in questa storia, la ragione stessa per la quale l'ho amata". Spostata l'ambientazione dalla Sardegna alla Francia meridionale, identificato l'uomo che Gabrielle 'deve' sposare come un contadino reduce dalla guerra civile spagnola, la vicenda corre nella prima parte sull'atteggiamento ostruzionistico di Gabrielle, che rifiuta ogni intimità con il marito. Seguono la sua (presupposta) malattia, la necessità per curarsi di un ricovero in sanatorio, la conoscenza di Andrè, militare gravemente ferito in Indocina, di cui si innamora follemente. Quando lui lascia la struttura, lei gli scrive lettere destinate a restare senza risposta. Il sogno si confonde troppo spesso con la realtà, Il pianto si fa avanti inesorabile e il melò finisce per dominare. La vicenda, pur carica di dolente denuncia per il triste destino della protagonista, non riesce ad alzarsi dal livello di una illustrazione delle cose e delle situazioni. Forse perché molti personaggi di contorno restano appena abbozzati, non entrano nella storia, ne restano ai margini. La convincente prova della protagonista non riesce a sostenere l'impalcatura dell'intero film. Che finisce per risultare incompiuto e non vago, forse per una regia che si affida a una generica drammaticità non sorretta dagli effetti della passione autentica. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come curiosa proposta dei rapporto cinema/letteratura nel confronto tra il romanzo originario italiano e la versione filmica francese.