Interpreti e ruoli
Severino Saltarelli (Pietro del Sirente), Maddalena Maggi (Iacovella di Matessa), Alberto Cracco (Placido da Gavardo), Loredana Solfizi (Berengaria di Matessa), Ugo Margio ; Daniele Ferretti (Gran Maestro dei Templari), Pino De Matti (Romualdo da Bominaco), Roberto Ruspoli (Ugone di Matessa), Natale Russo (Cesidio di Matessa), Gildo Di Marco (il penitente), Roberta Salvati . (Desiderio)
Soggetto
Abruzzo, anno 1270. Ormai in fin di vita, la contessa Berengaria lascia a sua figlia Iacovella un oggetto misterioso da non guardare e da affidare al monaco Pietro del Sirente perché lo porti al Papa. Dalla Terra Santa Placido da Gavardo, monaco templare, cerca a sua volta Pietro per sottoporgli le reliquie portate dal viaggio. Cesidio e Ugone, fratelli di Iacovella, raggiungono Pietro, lo derubano e lo calano in un crepaccio. Da qui lo fa uscire Placido, insieme a Romualdo, un altro eremita. I tre si mettono all'inseguimento di Cesidio e Ugone ma prima l'uno e poi l'altro vengono eliminati. Infine Pietro, Placido e Iacovella trovanbo anche il cadavere di Iacovella, strangolata con un laccio. Quando ormai ha deciso di andare al più presto a Roma, Pietro apprende che il Papa é a Lione dove sta inaugurando il concilio. Pietro non si prede d'animo e si organizza per raggiungere la Francia. Il viaggio continua.
Valutazione Pastorale
Raccontare una storia ambientata in periodi difficili e poco conosciuti come quelli del 13° secolo rappresenta un rischio e un azzardo. Romano, 43enne, Stefano Amadio ha scelto questo plot per il suo esordio sul grande schermo, riuscendo a creare la giusta cornice di una ambientazione in 'esterni' abbastanza credibile e vivace. In certi momenti il racconto si chiude un po' su se stesso, di fronte alla necessità di costruire personaggi 'difficili' (monaci, eremiti, predicatori...) e di muoversi lungo temi alti (fede, meditazione, ascetismo...). Riesce meglio il quadro d'insieme, uno sguardo corale e indistinto su modi di vivere e di comunicare nell'Italia di quegli anni, tra asprezze geografiche, esistenza rude, interrogativi esistenziali. Qui Amodio coglie piccoli sprazzi di realismo senza tuttavia mai andare veramente a fondo. Nell'insieme, dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come consigliabile e decisamente semplice.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e, eventualmente, in altre occasioni come proposta su un periodo storico poco frequentato dal cinema italiano.