Orig.: Francia (2002) - Sogg. e scenegg.: Laetitia Colombani con la collaborazione di Caroline Thivel - Fotogr.(Panoramica/a colori): Pierre Aim - Mus.: Jerome Coullet - Montagg.: Veronique Parnet - Dur.: 92' - Produz.: Charles Gassot.
Interpreti e ruoli
Audrey Tautou (Angelique), Samuel Le Bihan (Loic Le Garrec), Isabelle Carre (Rachel), Sophie Guillermin (Héloise), Clement Sibony (David), Eric Savin (Julien), Elodie Navarra . (Anita)
Soggetto
A Bordeaux Angelique, pittrice, é innamorata del cardiologo Loic, sposato ma, a sentire lei, ben contento di ricambiare e in attesa prima o poi del divorzio. Per mandare avanti questa relazione Angelique mette in atto tutto il possibile: gli fa recapitare regali a studio, gli scrive, fa in modo che un incidente costringa la moglie ad abortire, organizza un viaggio a Firenze, al quale lui naturalmente non si presenta, lo aiuta eliminando una paziente che minacciava di denunciarlo. Poi, di fronte ad una ulteriore delusione, Angelique apre il gas decisa a farla finita. Tutto questo viene ora rivisto, partendo alla prospettiva di Luic. Quando si torna al tentato suicidio, ecco Luic intervenire, salvare la ragazza ma venire poi da lei colpito con forza alla testa. Rinchiusa in uno ospedale psichiatrico, Angelique ne esce dopo molti anni, dichiarata guarita. Nella sua stanza però un operaio trova nascosto un ritratto mosaico fatto con le medicine che quindi lei non ha mai preso.
Valutazione Pastorale
Il racconto é la cronaca di una follia: la follia dell'amore, e delle conseguenze che derivano dalle sue esasperazioni. L'amore nasce come sentimento bello e si trasforma a poco a poco in qualcosa di ossessivo, di possessivo, di pericoloso. Quando il confine della logica e della razionalità viene superato, si dovrebbe dire che si cade nella malattia, in questo caso in una sorta di schizofrenia. Come comportarsi di fronte a simili patologie? E' merito del copione quello di non cedere ad una cupa ma forse banale drammaturgia e di restare coerente con un taglio al tempo stesso introspettivo ma ironico, bizzarro, quasi da humour nero. La parabola di Angelique è quella della candida inconsapevole, e il realismo delle azioni che mette in atto (tra cui l'aborto) é stemperato e ben evidenziato nella sua negatività dalla intelligente trovata narrativa: il vedere gli stessi fatti da due punti diversi, la possibilità di verificarne gli effetti da due versanti opposti. Su uno spartito lieve e divertente passa quindi un discorso che é serio e attuale: come agire con questi soggetti? come difendere le persone 'aggredite'? Stimolante e propositivo, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile, e nell'insieme problematico.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e da proporre come commedia curiosa su tematiche a metà tra ragione e sentimento. Attenzione per i minori in caso di passaggi televisivi.