Orig.: Francia/Repubblica Ceca/Belgio (2015) - Sogg.: Xavier Giannoli - Scenegg.: Xavier Giannoli, Marcia Romano - Fotogr.(Scope/a colori): Glynn Speeckaert - Mus.: Ronan Maillard - Montagg.: Cyril Nakache - Dur.: 127' - Produz: Artemio Benki, Olivier Delbosc, Marc Missonier - 72^ MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICO VENEZIA 2015, IN CONCORSO, PREMIO NAZARENO TADDEI.
Interpreti e ruoli
Catherine Frot (Marguerite Dumont), André Marcon (George Dumont), Michel Fau /Atos Pezzini/Divo) (Hazel), Christa Theret (Madelbos), Denis Mpunga (Lucien Beaumont), Sylvain Dieuaide (Kyril Von Priest), Aubert Fenoy (Félicité La Barbue), Sophia Leboutte (Diego), Theo Cholbi
Soggetto
Inizio degli anni Venti del secolo scorso. Nel grande castello poco fuori Parigi è il giorno della festa organizzata dalla contessa Marguerite Dumont a scopo benefico a favore dei reduci della recente guerra mondiale. E' prevista una esibizione della padrone di casa, grande appassionata di musica ma notoriamente famosa per la sua voce stridula e stonata. Si tratta di una situazione del tutto imbarazzante, perché nessuno ha il coraggio di dirle la verità, a cominciare dal marito George, che usufruisce della notevole ricchezza personale della moglie. Quando sa di avere la possibilità di organizzare uno spettacolo per se, in un vero teatro e davanti a un pubblico vero, Marguerite assolda un gruppo di 'esperti' per farsi aiutare nella preparazione. Ogni sforzo però sembra vano e a un certo momento la donna resta vittima di un grave infortunio alle corde vocali...
Valutazione Pastorale
Fin dall'inizio il film scopre le carte. Si ascolta la prima esibizione di Marguerite, si constata l'inascoltabile tonalità della voce, si vedono i presenti abbassare gli sguardi, e il gioco è fatto. Da quel momento tutto il copione poggia sul contrasto tra ipocrisia e generosità, tra voglia di partecipare ad un rito e tentativo di tenersene lontani. A mano a mano che il piccolo/grande mondo di Marguerite si amplia, si allarga alla società circostante, mette in campo suggestioni culturali, storiche, sociali, costruisce un quadro movimentato e affollato della Parigi anni Venti, tanto più il nodo gira sul contrasto tra verità e finzione. Fino all'ultimo il marito George non trova la forza per essere sincero con la moglie. E Marguerite ingoia bocconi amari sui tradimenti di lui, senza dare in escandescenze e anzi mostrando che comprensione e umiltà possono essere la soluzione dei problemi. E' un film bello e coinvolgente. che Giannoli dirige con andamento di crescente autorevolezza, costruendo un personaggio femminile fragile e tormentato, vittima prima inconsapevole poi cosciente dell'ipocrisia come metodo di vita e molla della quotidianità. Un ritratto che Catherine Frot disegna con appassionata partecipazione e totale dedizione. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasione per l'ottimo livello spettacolare e per le occasioni di riflessione che offre, anche per passaggi di cineforum e d'essai.