Marry Me. Sposami

Valutazione
Brillante, Consigliabile, Adatto per dibattiti
Tematica
Amicizia, Amore-Sentimenti, Bambini, Donna, Educazione, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Internet, Lavoro, Mass-media, Matrimonio - coppia, Media, Metafore del nostro tempo, Musica, Scuola
Genere
Commedia, Sentimentale
Regia
Kat Coiro
Durata
112'
Anno di uscita
2022
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Marry Me
Distribuzione
Universal Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Soggetto dalla graphic novel di Bobby Crosby, la sceneggiatura è firmata da Harper Dill, John Rogers, Tami Sagher
Fotografia
Florian Ballhaus
Musiche
Jennifer Lopez, Maluma
Montaggio
Michael Berenbaum
Produzione
Elaine Goldsmith-Thomas, Jennifer Lopez, John Rogers, Alex Brown, Benny Medina, Willie Mercer, Pamela Thur. Casa di produzione: Kung Fu Monkey Productions, Nuyorican Productions, Perfect World Pictures, Universal Pictures

Interpreti e ruoli

Jennifer Lopez (Kat Valdez), Owen Wilson (Charlie Gilbert), Maluma (Bastian), Sarah Silverman (Parker Debbs), Jameela Jamil (Lou Gilbert), Jimmy Fallon (se stesso), John Bradley (Collin Calloway), Michelle Buteau (Melissa)

Soggetto

Stati Uniti oggi, la cantante pop Kat Valdez, si sta per esibire in concerto con il fidanzato Bastian, altra celebrità della musica. Insieme presenteranno la nuova hit “Marry Me”, scambiandosi anche le promesse di matrimonio. Sul palco Kat scopre però il tradimento di Bastian e, sconvolta, decide di sposare su due piedi una persona del pubblico. La donna d’istinto sceglie Charlie Gilbert, professore di matematica divorziato, trascinato al concentro dalla figlia preadolescente Lou...

Valutazione Pastorale

Tra “Notting Hill” (1999) e “Love Actually” (2003), anche se la produzione indica tra i modelli di riferimento persino “Vacanze Romane” (1953). Parliamo della commedia romantica (rom-com) “Marry Me. Sposami” diretta da Kat Coiro e cucita perfettamente sul talento canoro-recitativo di Jennifer Lopez, che aderisce al progetto anche in veste di produttrice. Prendendo le mosse dalla graphic novel di Bobby Crosby, “Marry Me. Sposami” ci racconta l’amore (im)possibile nell’America dei nostri giorni tra una superstar internazionale della musica e un professore di matematica delle “scuole medie”.
La storia: Stati Uniti oggi, la cantante pop Kat Valdez (J.Lo), si sta per esibire in concerto con il fidanzato Bastian (Maluma), altra celebrità della musica. Insieme presenteranno la nuova hit “Marry Me”, scambiandosi anche le promesse di matrimonio. Sul palco Kat scopre però il tradimento di Bastian e, sconvolta, decide di sposare su due piedi una persona del pubblico. La donna d’istinto sceglie Charlie Gilbert (Owen Wilson), professore di matematica divorziato, trascinato al concentro dalla figlia preadolescente Lou (Chloe Coleman). Sorpresa, stupore, spaesamento. Ha inizio così tra i due una relazione tra alti e bassi, in cerca di una possibile verità di coppia nel turbinio dei social media, che amplificano e complicano la comunicazione. In campo c’è anche il rovescio della medaglia della celebrità.
Non sono pochi i riferimenti a “Notting Hill”, anche se “Marry Me. Sposami” è giocato Oltreoceano e non nella suggestiva cartolina di Londra. A ben vedere, nel film statunitense lo sfondo urbano non è il punto nodale, anzi è quasi inesistente. Occupa il centro dell’opera la performance di Jennifer Lopez, la sua capacità di coniugare recitazione e interpretazione musicale (9 sono i brani originali del film). La Lopez ha all’attivo ben oltre 30 titoli tra film e serie Tv, dei quali si ricordano soprattutto le riuscite commedie romantiche: “Prima o poi mi sposo” (2001), “Un amore a 5 stelle” (2002), “Shall We Dance?” (2004) e “Quel mostro di suocera” (2005). In tale binario narrativo J.Lo riesce a mettere in campo sfumature sentimentali e comiche particolarmente valide, credibili e accattivanti.
Altra particolarità di “Marry Me. Sposami” è quella di un film non solo virato sulle sfumature del sentimento – perfetta l’uscita pianificata dalla Universal per san Valentino –, ma anche sulle sue corde familiari: nel racconto vengono messi a tema il rapporto genitore-figlio, insegnante-allievo, sottolineando l’importanza di credere in se stessi, di superare le proprie fragilità ed errori, arrivando a rapportarsi all’orizzonte con piena fiducia. Insomma, un “feel-good movie” adatto per coppie e famiglie con bambini preadolescenti. E poco importa se a volte le dosi di zucchero appaiono un po’ eccessive, ogni tanto serve anche uno sguardo che si sappia tingere di rosa o di turchese. Dal punto di vista pastorale “Marry Me. Sposami” è consigliabile, brillante e per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni di dibattito.

Le altre valutazioni

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