Orig.: Italia (2007) - Sogg. e scenegg.: Valeria Vaiano & Fulvio Wetzl - Fotogr.(Panoramica/a colori): Ugo Lo Pinto - Mus.: Salvatore Adamo - Montagg.: Antonio Siciliano - Dur.: 114' - Produz.: Valeria Vaiano & Fulvio Wetzl.
Soggetto
Lucania, un giorno di maggio nel 1961. La vita in paese é povera e precaria. Due famiglie si apprestano a partire per il Belgio dove le mogli e i figli adolescenti si ritroveranno con i mariti da tempo già sul posto. Gli uomini lavorano in miniera, un lavoro duro, pericoloso, poco gratificante ma almeno sicuro. Quando le donne arrivano, capiscono che c'è ancora molto da fare per mettere in piedi un tenore di vita almeno passabile. Con coraggio e orgoglio infine ci riescono.
Valutazione Pastorale
Una didascalia iniziale ricorda l'accordo intervenuto tra il governo italiano guidato da De Gasperi e quello belga per accogliere in Belgio un numero elevato di mano d'opera da impiegare in miniera in cambio della fornitura di gas all'Italia. E'un dato che non tutti conoscono (o ricordano) e delinea bene fin dall'inizio la cornice storica nella quale si muove il resto del racconto. La ricostruzione del piccolo paese lucano all'aprirsi dei Sessanta é di forte efficacia e inquadra con vivido, asciutto realismo quelle condizioni di precarietà sociale che obbligarono ad 'andare via', a farsi emigranti anche coloro che forse non volevano. Il copione ristabilisce il giusto equilibrio tra le due facce dell'Italia contemporanea, quella tutta lustrini del boom economico, e questa dove non si poteva pensare alle vacanze ma si guardava a come mantenere in piedi la famiglia, la casa, una vita dignitosa. Pagine amare e dolorose che Wetzl ha il merito di riportare alla memoria non per farne ennesimo oggetto di lamento ma occasione per una riflessione seria, equilibrata, concreta. Senza urlare nè strepitare, il ricordo delle vite difficili di questi italiani dimenticati arriva diretto, immediato, affidato a repentini, palpitanti scatti di orgoglio, di rabbia, di non rassegnazione. E alla presenza di ragazzi che ricordano adolescenze aspre eppure piene di coraggio. La voglia di tenere comunque unita la famiglia, la presenza in Belgio di strutture ecclesiali molto solidali, l'accenno ai contrasti tuttora non sopiti tra italiani di diverse regioni, sono tutti spunti che si muovono tra cronaca e storia e compongono un affresco che lancia segnali di piccola, convinta autenticità. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come positivo, accettabile, certo problematico e adatto per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e da proporre in molte occasioni, a livello anche didattico, scolastico, comunitario.