Orig.: Italia (2003) - Sogg. e scenegg.: Beppe Cino - Fotogr.(Panoramica/a colori): Adolfo Bartoli - Mus.: Carlo Siliotto - Montagg.: Mauro Bonanni - Dur.: 89' - Produz.: Maurizio Tedesco e Marco Risi per Sorpasso Film.
Interpreti e ruoli
Tony Sperandeo (Michele Sparagna), Maria Grazia Cucinotta. (Sara), Luigi Maria Burruano (Fofò), Vincent Schiavelli (Federico II), Michele Lucchese (Totò), Valentina Graziano (Lina), Marco Correnti (Rosario), Fausto Rossi Alessi (Angelo), Dario Costa (Peppino), Roberto Salemi (Antonio), Pier Luigi Misasi (il boss), Alessandro Schiavo . (Rocco)
Soggetto
Periferia di Palermo. Il piccolo Totò ha assistito all'uccisione del padre e ora aspetta solo di essere più grande per vendicarsi degli assassini. Intanto, insieme al fratello Rosario, fa piccoli lavori per Michele Sparagna, cugino di secondo grado e trafficante un po' di tutto. La mamma Sara fa le pulizie in un condominio e deve respingere la corte di Sparagna, da sempre innamorato di lei. Intorno si muovono altri personaggi: un siculo-americano soprannominato Federico II, che recita strane poesie; Fofò, che vive di espedienti; un boss e i suoi scagnozzi. Totò incontra Lina, sedici anni, ne è attratto, fa con lei passeggiate al mare, le porta regali che sottrae alla madre. Quando però Lina si accorge che Totò va in giro con una pistola, lo rimprovera e gli dice che non la rivedrà mai più. Dopo alcune minacce portate dal boss a Sparagna affinchè Totò non dica a nessuno quali sono gli assassini del padre, Sparagna stesso invita tutti ad una festa notturna davanti al mare. Arrivano killer e lanciano sventagliate di mitra. Ma i proiettili sono pieni di pomodoro. Il giorno dopo tuttavia Totò butta via la pistola, passa davanti ad una immagine sacra e si ferma. Poi, sorridendo, si allontana.
Valutazione Pastorale
Se è indubbia la buona volontà del regista e sceneggiatore di offrire un quadro della malavita palermitana non rassegnato al peggio e portatore di un finale messaggio di speranza, la realizzazione risulta talmente modesta da togliere qualunque forza alle premesse iniziali. Il copione infatti affonda nelle banalità di un bozzettismo quasi infantile, nell'inserimento di personaggi patetici e inutili ai fini del racconto ('Federico II'), nella costruzione di passaggi stucchevolmente stereotipati (perchè si continua a rubare ai matrimoni?) che dovrebbero trovare all'improvviso, tutti, la voglia di redimersi e di cambiare strada. Per non parlare del solito, inspido sentimento d'amore di un ragazzino per la affascinante, ingenua sedicenne. Ne esce un film del tutto insignificante che, fatte salve appunto le encomiabili intenzioni di Beppe Cino di lanciare un segnale di inversione di rotta dalla criminalità, è, dal punto di vista pastorale, da valutare come inconsistente e senz'altro semplicistico.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, pur tenendo presenti i limiti sopra ricordati.