Orig.: Stati Uniti (2000) - Sogg.: basato sulla serie televisiva ideata da Bruce Geller - Scenegg.: Robert Towne - Fotogr.(Scope/a colori): Jeffrey Kimball - Mus.: Hans Zimmer - Montagg.: - Dur.: 120' - Produz.: Tom Cruise, Paula Wagner.
Interpreti e ruoli
Tom Cruise (Ethan Hunt), Thandie Newton (Nyah Hall), Dougray Scott (Sean Ambrose), Ving Rhames (Luther Stickell), Richard Roxburgh (Hugh Stamp), John Polson (Billy Baird), Brendan Gleeson (McCloy), Rade Sherbedgia (dott. Nekhorvich)
Soggetto
Il malvagio Sean Ambrose si é impadronito di Chimera, un virus creato in laboratorio che produce effetti letali sul sistema nervoso dell'essere umano. Il piano del perfido Sean prevede di vendere su scala mondiale al miglior offerente l'antidoto al virus, un medicinale denominato Oloferne. Bisogna quindi interrompere questo perverso meccanismo. L'unico in grado di porvi rimedio é l'agente Ethan Hunt. Immediatamente contattato e convinto ad occuparsi del caso, Ethan va prima in Spagna: qui fa fuoco e fiamme per attirare l'attenzione della bella Nyah, ladra internazionale, e averla a fianco nell'ardua impresa che li aspetta. Dalla Spagna si passa in Australia: qui c'é la casa di Ambrose, ex agente collega di Hunt ma ora suo temibile rivale. E non solo sul campo, ma anche in amore: perché Nyah attira l'attenzione di entrambi e diventa una pedina fondamentale. La lotta procede senza esclusione di colpi, e uno stratagemma fondamentale diventa quello del travestimento, dell'uso di maschere con il volto di 'altri', per confondere e sviare i piani. L'ultimo duello tra Ethan e Sean si combatte su moto, con coltelli, pistole, pugni. Alla fine il cattivo Ambrose è vinto, il mondo é salvo. Ethan e Nyah possono godersi la meritata vacanza.
Valutazione Pastorale
All'origine "Mission: impossible" era il titolo di una serie televisiva trasmessa dalla CBS tra la fine degli anni '60 e i primi '70. Nel 1996 Brian De Palma ha diretto "Mission: impossible" per il grande schermo, ed ora siamo al n°2. C'è ancora Tom Cruise come protagonista, ma in cabina di regia c'é John Woo, che viene dal cinema sulle arti marziali di Hong Kong e in America ha diretto film tutti ritmo, azione, velocità. La storia, in effetti, é quasi inesistente, poco più che un pretesto per creare le occasioni utili a dare il via ad una girandola inarrestabile di inseguimenti, scontri, fughe: il ritmo serrato e la successione incalzante delle immagini lasciano minimi spazi a momenti di calma. Non si può negare alla regia la capacità di saper costruire uno spettacolo che tiene desta l'attenzione, non annoia e non ha momenti di pausa. Si può dire che l'azione "é" il film stesso in una ammiccante combinazione di realtà e surrealismo, romanticismo e umorismo: un po' James Bond, un po' 'Entrapment' (e anche lì c'era Sean Connery). Si può uscire storditi e accorgersi che rimane poco, ma un certo, scanzonato divertimento accompagna i protagonisti verso il lieto fine. Dal punto di vista pastorale, il tono scopertamente sempre sopra le righe, quasi da fumetto, induce a valutare il film positivamente, sia pure segnalando riserve, per qualche crudezza eccessiva.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, come proposta di intrattenimento facile e di immediata fruizione.