Orig.: Italia/Austria (2016) - Sogg. e scenegg.: Tizza Covi - Fotogr.(Panoramica/a colori): Rainer Frimmel - Montagg.: Tizza Covi - Mus.: Tizza Covi - Produz.: Rainer Frimmel per Vento Film - 69^ FESTIVAL DI LOCARNO 2016, MENZIONE SPECIALE DEL PREMIO FIPRESCI.
Soggetto
Tairo, domatore di leoni ventenne, entra in crisi quando si accorge che qualcuno gli ha rubato un ferro di cavallo, suo portafortuna da tempo, cui era affezionatissimo...
Valutazione Pastorale
Certo cinema ha una caratteristica unica: si occupa di storie che ti restano dentro, si muovono con calma e circospezione, quasi timide e preoccupate di non disturbare eppure dai tratti incisivi e determinati. Nel 2009 Tizza Covi e Rainer Frimmel girarono "Non è ancora domani- La pivellina", storia piccola di dispersione e ricompattamento. Sono passati sei anni ma quella vicenda non vuole saperne di uscirci dalla mente. E così, mentre la rileggiamo nel ricordo, ecco arrivare la nuova prova del duo italo/austriaco. Che si spostano ora sulle vicende di Tairo, ragazzo giovane e acerbo, improvvisamente derubato del suo talismano preferito. Tairo lascia i suoi leoni, prende una settimana di ferie e si getta 'on the road' sulle strade della Lombardia alla ricerca della persona giusta. Si tratta di Artur Robin, 87enne atleta già Mister Universo 1957, che si confida e poi lo indirizza al figlio, che è in grado di preparare a Tairo un nuovo amuleto con le stesse proprietà magiche. Si legge nei titoli di coda che il film è "Dedicato a tutte le persone che hanno perso il loro posto di lavoro a causa delle digitalizzazione del cinema". Così è la situazione, da cui prende il via un personaggio come quello di Tairo Caroli. Esponente di un lavoro, e di una generazione, che sembrano impossibili da mantenere in piedi, Tairo rimanda ad un lavoro che sembra venire da un altro pianeta. Seguirlo nei luoghi in cui si muove vuol dire ripercorrere atmosfere di antica nostalgia, respirare odori che rimandano alla 'strada' felliniana, ma senza candore né pietà. La vita di Cairo è schietta e diretta, attraversa le giornate con una sorta di timido stupore, indeciso persino su come comportarsi. Uomini e donne come lui sono così: stupidi, impreparati contro le tempeste della quotidianità, reagiscono in modo introverso, restano con un grido strozzato, guardano al futuro con stupefatta incoscienza e rifiutano i regali della società. Così il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e da approfondire con dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria per un pubblico attento e preparato, in grado di cogliere la proposta, suggestiva e disordinata, in tutte le sue sfumature nascoste.