MOLLO TUTTO **

Valutazione
Accettabile-riserve, Asprezze
Tematica
Genere
Grottesco
Regia
José Maria Sanchez
Durata
100'
Anno di uscita
1995
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
MOLLO TUTTO
Distribuzione
Mediaset
Soggetto e Sceneggiatura
Stefano Sudrié, Alessandro Jacchia
Musiche
Pino Donaggio
Montaggio
Ruggero Mastroianni

Sogg. e Scenegg.: Stefano Sudrié, Alessandro Jacchia - Fotogr.: (panoramica/a colori) Carlo Tafani - Mus.: Pino Donaggio - Montagg.: Ruggero Mastroianni - Dur.: 100' - Produz.: Alto Verbano

Interpreti e ruoli

Renato Pozzetto (Franco Giacobetti), Barbara D'Urso (Bettina Giacobetti), Tamara Donà (Melissa Giacobetti), Jamal Rabah (Selim), Luigi Petrucci (Fidenzoni), Zora Ulla Keslerova, Michele Gammino

Soggetto

Franco Giacobetti, proprietario di una salumeria romana, sposato con Bettina, ha la figlia Melissa fidanzata con un "bullo" e un'amante slava che gli fa pagare costose bollette telefoniche. Stanco di questa situazione ed irretito dagli usurai si prepara al "grande salto": studia arabo e tramite un'agenzia specializzata si fa trasferire trecento milioni in Tunisia dove si reca con passaporto falso, dopo aver gettato nel fiume il suo documento di identità. Ma alla banca africana qualcuno ha ritirato a suo nome il denaro: senza soldi e negatogli il rientro dal console, non avendo passaporto italiano, viene aiutato da un ragazzo, Selim, che gli trova lavoretti da cameriere, pizzaiolo, lustrascarpe, orologiaio. Dopo aver raggranellato i soldi per rimpatriare clandestinamente viene derubato e a sua volta ruba un orologio Rolex ad un cliente per pagarsi il sospirato imbarco. Salito a bordo di un battello vi scopre Selim che lo ha seguito per andare anche lui in Italia. Giunto fortunosamente a Roma con il ragazzo, Franco campa lavando vetri con Selim, vendendo rose nei ristoranti e dormendo in un'automobile rottamata. Frattanto ha scoperto che Bettina e Melissa hanno trasformato la modesta salumeria in un lussuoso negozio di gastronomia con l'aiuto dell'architetto Fidenzoni. Deciso a mantenere l'incognito con i familiari, suo malgrado viene individuato dalla moglie la quale, d'accordo con Melissa e fingendo di non riconoscerlo, lo assume come "colf" di colore, umiliandolo in ogni modo e fingendo di tradirlo con Fidenzoni. Franco non regge a questa prova e neppure l'amore per la nipotina che la figlia ha avuto dal "bullo", che la ricatta tra l'altro , lo tratterrebbe, se il figuro, molestando le donne della sua vita, non lo facesse intervenire a loro difesa. Ormai decise a riaverlo come rispettivo marito e padre, addormentandolo con una tisana al sonnifero, Bettina e Melissa gli vogliono far credere che tutto sia stato un sogno. Uscito con le due donne, la vista di Selim al semaforo lo riporta alla realtà: e la moglie, ormai convinta del suo pentimento, accetta di adottare il ragazzo.

Valutazione Pastorale

dopo tante comiche vecchie e nuove farcite di volgarità, doppi sensi e stupidità più o meno pesanti, ecco finalmente di nuovo Renato Pozzetto tornare ad un film dove per una volta tanto il cattivo gusto e la volgarità gratuita sono banditi per dar luogo ad uno spettacolo che coniuga le regole del divertimento, legato all'antica commedia degli equivoci, con una serie di messaggi, in questo periodo quanto mai opportuni, contro l'intolleranza, il razzismo, la violenza e l'incomprensione. Ben venga quindi da un personaggio popolare dello spettacolo una serie di messaggi positivi che si possono sinteticamente individuare sia nella la vana pretesa di modificare la propria vita sfuggendo alle proprie responsabilità sia nella necessità di creare dei rapporti umani e familiari saldi e leali. L'amicizia con Selim ed il ricostruito rapporto con moglie e figlia sono i punti di forza del film. Ma non è da trascurare il quadro assai riuscito delle condizioni in cui tanta gente emigra verso il nostro paese e vi sopravvive, che risaltano ancor di più contrapposte all'egoismo, punito giustamente ed amaramente, di Franco, che invece invade il loro paese come un capitalista post-coloniale. Resta un'impressione di spettacolo ben diretto, ben montato e recitato, agile nella sceneggiatura, impegnato nei contenuti e capace, anche dove avrebbe potuto scivolare nel pruriginoso o nella macchietta volgare, di mantenersi ad un livello più che decoroso malgrado alcune situazioni e battute del dialogo.

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