MONSIEUR LAZHAR

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Adolescenza, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Politica-Società, Rapporto tra culture, Scuola
Genere
Drammatico
Regia
Philippe Falardeau
Durata
94'
Anno di uscita
2012
Nazionalità
Canada
Distribuzione
Officine UBU
Soggetto e Sceneggiatura
Philippe Falardeau tratto dall'opera teatrale "Bachir Lazhar" di Evelyne De La Chenelière
Musiche
Martin Léon
Montaggio
Stéphane Laflaeur

Orig.: Canada (2011) - Sogg.: tratto dall'opera teatrale "Bachir Lazhar" di Evelyne De La Chenelière - Scenegg.: Philippe Falardeau - Fotogr.(Panoramica/a colori): Ronald Plante - Mus.: Martin Léon - Montagg.: Stéphane Laflaeur - Dur.: 94' - Produz.: Luc Dery, Kim McCraw.

Interpreti e ruoli

Mohamed Fellag (Bachir Lazhar), Sophie Nélisse (Alice), Emilien Néron (Simon), Danielle Proulx (madame Vaillancourt), Brigitte Poupart (Claire), Louis Champagne (bidello), Jules Philip (Gaston), Francine Ruel (madame Dumas), Sophie Sanscartier (Audrée), Seddik Benslimane (Abdelmalek), Louis David Leblanc (Boris), Vincent Millar . (Victor)

Soggetto

A Montreal, in una scuola elementare un'insegnante viene trovata tragicamente morta, dopo essersi impiccata. Letta la notizia sul giornale, Bachir Lazhar, immigrato algerino di 55 anni, si presenta nell'ufficio della direttrice e chiede di sostituire la maestra scomparsa. Assunto dopo qualche incertezza, Lazhar comincia il lavoro e capisce ben presto che tutta la classe (11-12 anni) è ancora scossa per il recente episodio: in particolare Simon e Claire mostrano ferite psicologiche difficili da rimarginare. Il ruolo di Lazhar allora, pur partendo da una dimensione educativa e didattica, assume precise valenze pedagogiche. L'uomo poi, oltre a doversi confrontare anche aspramente con la psicologa dell'istituto, ha necessità di sistemare la propria posizione di immigrato, che lo obbliga a ricordare ai giudici il dramma vissuto ad Algeri, con l'uccisione della moglie e dei figli ad opera di integralisti. A rischio di espulsione dal Paese, Lazhar riesce tuttavia ad ottenere la fiducia dei piccoli alunni e dei genitori, aiutando tutti ad uscire dal ricordo di quella triste esperienza.

Valutazione Pastorale

"E' una storia sulla complessa entità organica che è la scuola (...) mi interessava che l'elaborazione del lutto avvenisse in un contesto in cui ci fosse l'incontro tra un immigrato e noi (...) mi piace pensare che il film sia una risposta al diffondersi dei punti di vista su come integrare gli immigrati(...)". Così il canadese Falardeau, al quarto LM, inquadra il proprio copione, ispirato ad un testo teatrale e riscritto nell'ottica di riproporre un cinema come mezzo "che rappresenta la realtà, a differenza della letteratura". Il risultato è decisamente apprezzabile, perché la regia predilige una tonalità media, con un misurato intrecciarsi di sfumature leggere, serie, impegnative. Le difficoltà del protagonista, in fuga da un Paese islamico; il confronto con l'episodio del suicidio, che vuol dire mettere in campo delicate capacità psicologiche; la gestione dei rapporti insegnante/adolescenti, spesso a rischio di incomprensione: tanti forti snodi dialettici scorrono lungo una narrazione pacata e misurata, attenta più ad esplorare le sfumature degli affetti, che non a cavalcare la rabbia della denuncia alla Cantet. Un quadro attento, minuzioso, qua e là poetico, per un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, e in seguito come proposta per avviare riflessioni sui molti argomenti attuali sopra indicati (scuola, emigrazione, insegnanti...) anche a livelli didattico.

Le altre valutazioni

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