Sogg.: Marco Risi, Andrea Purgatori, Maurizio Tedesco - Scenegg.: Andrea Purgatori, Marco Risi - Fotogr.: (panoramica/a colori) Mauro Marchetti - Mus.: Manuel De Sica - Montagg.: Franco Fraticelli - Dur.: 117' - Produz.: Trio Cinema.
Interpreti e ruoli
Diego Abatantuono (Fulvio Colombo), Corso Salani (Alessandro Benini), Anna Falchi (Irene), Ivo Garrani, Tony Sperandeo, Gianfranco Barra, Maurizio Mattioli, Nanni Tamma, Bernard Chaperon, Cinzia Monreale.
Soggetto
Il giovane e brillante manager Alessandro Benini sta illustrando in una importante riunione il suo brevetto su di un codice fonetico per il telefono, quando la madre lo avverte di aver ricevuto da Mombasa la notizia della morte del padre, Alfonso, partito venti anni prima e del quale non si è saputo più nulla. Recatosi in Kenia con la fidanzata Irene, e raggiunta Malindi (una cittadina sull'Oceano Indiano, dove c'è una numerosa colonia di italiani), Alessandro assiste al funerale del padre e conosce il combattivo missionario locale, il quale, dopo una dura orazione funebre, fa cantare "Volare" ad un coro di negretti. Alfonso è morto appunto in un incidente di volo, di notte, perché le luci del campo d'atterraggio erano spente. Il giovane apprende che il padre possedeva una villa e delle piantagioni, ma aveva anche moltissimi debiti e per questo motivo il capo della polizia locale gli sequestra il passaporto, in attesa che vengano pagati tali debiti. Intanto Benini viene arrestato con un pretesto, e rilasciato quando la sua cauzione viene pagata da Fuivio Colombo, socio del defunto Alfonso, il quale vuole apparirgli come un salvatore, ma è in realtà il creditore unico di suo padre. Egli è uno scaltro e spregiudicato affarista, che gli si professa amico e lo intrappola invece con mille chiacchiere, riuscendo a farlo trattenere a Malindi per un processo per debiti, che fa sempre rinviare da un avvocato di colore. La colonia italiana di Malindi è composta da affaristi, legati da vari intrallazzi, tutti soggetti a Colombo, che temono, e fra essi l'onorevole Sparafico, personaggio importante, ma corrotto, e perfino un vescovo di pochi scrupoli, il quale non esita a ribattezzare un ragazzino di undici anni (pur sapendo benissimo che è già stato battezzato), per farsi fotografare in questo importante momento. Ripartita Irene per l'Italia, Alessandro è sempre più circuito da Colombo, che vuole l'eredità, ma anche la sua amicizia. Invece il giovane ha capito che potrà lasciare il Kenia solo quando avrà firmato la cessione dei suoi beni, cosa che egli fa. Ormai in procinto di partire, Benini viene portato da Colombo a visitare la rovine di un'antica città, dove Fulvio vorrebbe fare una bella residenza solo per loro due; ma, mentre Benini rifiuta, Fulvio viene morso da un serpente mamba, e muore in pochi istanti, negando sempre che Alfonso sia morto per suo ordine. Alessandro saluta il missionario, al quale comunica di aver lasciato alla missione il suo terreno, quindi parte per l'Italia.
Valutazione Pastorale
Le intenzioni di satira di costume, che sono evidenti, restano irrealizzate, perché il lavoro non raggiunge mai la forza necessaria a farne un efficace grottesco. Il soggetto è squilibrato: e deborda, come nello squallido personaggio del vescovo (anche omosessuale), oppure è manchevole nella costruzione, cosicché, mentre Alessandro (Corso Salani) è una figura del tutto scolorita e piatta, Colombo (Diego Abatantuono) è troppo marcato nella caratterizzazione di un individuo spregiudicato. La vicenda, dopo un inizio abbastanza buono, ha momenti di caduta, che culminano nella morte di Colombo, dove si sfiora il ridicolo. Non sono poi affatto approfonditi i rapporti fra i due protagonisti, che avrebbero potuto risultare interessanti.