Orig.: Italia (2004) - Sogg. e scenegg.: Paolo Genovese, Luca Miniero - Fotogr.(Panoramica/a colori): Mario Amura - Mus.: Gabriele Benigni, Francesco Lanzillotta - Montagg.: Paola Freddi - Dur.: 98' - Produz.: Sauro Falchi, Piero Padula per A-Movie Productions.
Interpreti e ruoli
Carlo Delle Piane (Walter), Lorenza Indovina (Francesca), Pierfrancesco Favino (Piero timido), Valerio Mastandrea (Piero spavaldo), Nicole Murgia . (Sara), Anna Falchi (Sonia), Nathalie Guetta. (Eva), Simona Caparrini (portinaia), Gianni Ferreri (cliente)
Soggetto
Rimasto solo, il pensionato Walter apprende dal giornale la notizia che per ogni persona che lavora c'è un anziano che sta a casa. Si sente allora in dovere di scoprire chi é che sta lavorando per lui e, insieme a Sara una dodicenne vicina di casa, mette gli occhi su Piero, timido impiegato nelle assicurazioni. Dopo un periodo di appostamenti, Walter diventa amico di Piero, al punto da ospitarlo a casa e da offrirgli consigli per conquistare Francesca, di cui lui è innamorato e che é poi la mamma di Sara. Così Piero acquista una doppia faccia, una timida, l'altra spavalda. A poco a poco Francesca vine conquistata dal ragazzo, che infine riesce ad essere sempre se stesso, senza dover cambiare atteggiamento. Walter ora è sicuro di aver fatto un buon lavoro anche da pensionato.
Valutazione Pastorale
L'opera seconda del duo Genovese-Miniero, all'indomani del promettente esordio di "Incantesimo napoletano", delude molto le attese e lascia più di un dubbio. L'importanza di alcuni temi che attraversano la storiellina (la solitudine dell'anziano, l'aspetto vincente dell'autenticità...) dovrebbe esere rinvigorita dal taglio favolistico, dalle cadenze surreali. Ma il gioco è difficile e non sempre riesce. Qui i due registi si perdono in un bozzettismo che definire di maniera è fin troppo gratificante: personaggini, ambientini, dialoghini, sgaurdi persi nel vuoto, inutili impacci. Una sequela di trovatini che la regia chiude in un inesorabile fiato corto narrativo, senza estro nè poesia. Cervellotico, intenzionato a commuovere senza avere acommozione, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come inconsistente e segnato da molte banalità.
UTILIZZAZIONE: la curiosità di confrontarlo con la freschezza del precedente titolo della coppia può indurre a qualche utilizzazione in occasioni di proposte sul cinema italiano. Il film comunque resta assai modesto.