Fotografia: Roberto Forza
Interpreti e ruoli
Alessandro Preziosi (Umberto Fioravanti), Sarah Felberbaum (Betty Bottone), Vincenzo Crea (Vince), Leonardo Pazzagli (Romeo Fioravanti), Christiane Filangieri (Ludovica Fioravanti), Sabrina Martina (Caterina)
Soggetto
Torino, 1987. Betty insegna al liceo, single convinta dopo un matrimonio finito male, accoglie una mattina nella propria classe Romeo, nuovo alunno accompagnato dal padre Umberto, docente universitario di lettere. Tanto lei è dura e decisa a restare single, quanto lui è affascinante, strafottente, annoiato da un matrimonio privo di passione. Fin dal primo incontro, tra Betty e Umberto sono scintille. Ma quello che segue è ancora più imprevedibile…
Valutazione Pastorale
Esordiente nel 1996 con l’episodio Senza uscita di “Esercizi di stile”, De Biasi si è fatto conoscere con “Come tu mi vuoi” (2006), e “Iago” (2009), e con tre film ‘natalizi’, Un Natale stupefacente (2014), Natale col boss (2015), Natale a Londra - Dio salvi la regina (2016). Oscillando dunque tra la commedia giovanilista dei primi titoli e quella da cinepanettoni dei secondi, il regista prova oggi una terza via, quella della commedia italiana ‘classica’, fatta di equivoci di coppia, malintesi, intralci da sbrogliare. Si tratta. Come si vede, si tratta di una materia oltremodo usata e affrontata, che qui dovrebbe acquistare ‘originalità’ per il fatto di svolgersi nella Torino dei secondi anni ’80 e per affrontare la storia dal punto di vista del rapporto padre/figlio. Che diventa nell’economia della narrazione un passaggio decisivo e consente di poter dire che in fin dei conti c’è sempre una seconda occasione per tutti e per ciascuno (e per qualunque generazione). La complicità virile che si instaura nel finale tra Romeo e Umberto abbassa di molto la capacità emotiva e porta il racconto verso un troppo rapido finale. Di fatto, il copione è di buna fattura ma la regia non lo supporta a sufficienza, risultando alquanto prevedibile. Giusti i protagonisti (troppo sacrificata Christiane Filangieri), Un po’ acerbi i liceali, maschi e femmine. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico senza tuttavia affrontare con decisione i problemi che propone.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria come proposta di film italiano che prende a pretesto un periodo di storia (gli anni ’80) su cui ancora si possono costruire racconti tra il serio e il brillante in stile quasi vanziniano.