Interpreti e ruoli
Samir al-Masri (Motaz), Kinda Allousch (Hala), Hala Zein (Zeina), Nizar Alani (Amer), Darina Al Joundi (Donna in nero)
Soggetto
2018, Siria. La periferia di Damasco è oggetto di pesanti bombardamenti. Quando una bomba apre uno squarcio sul soffitto del proprio appartamento Motaz e la sua famiglia dovranno prendere una decisione che potrebbe cambiare in maniera radicale le loro vite.
Valutazione Pastorale
“Nezouh. Il buco nel cielo” è la seconda opera di Soudade Kaadan, siriana classe 1979, che con la sua opera prima “The Day I Lost My Shadow, ha vinto il premio Leone del Futuro per il miglior debutto alla 75ª Mostra del Cinema della Biennale di Venezia. La storia. 2018, periferia di Damasco, settimo anno di guerra. Molte zone della città sono poco più che un cumulo di macerie e la maggior parte degli abitanti ha abbandonato le case. Motaz (Samir al-Masri), sua moglie Hala (Kinda Allousch) e la quattordicenne Zeina (l’esordiente Hala Zein) sopravvivono come possono nel loro pericolante appartamento. Quando l’ennesima granata apre un buco sul soffitto e vari altri squarci sulle pareti, la famiglia si trova a un bivio: ostinarsi a rimanere, come vorrebbe il padre deciso a tutto pur di non diventare un profugo o, come vorrebbero le due donne, fuggire, come ha già fatto una delle sorelle di Zeina, rifugiatasi in Europa. Una sera Amer, un giovane vicino di casa che si sta preparando a scappare con la famiglia, lancia una corda dal buco nel soffitto e invita la ragazza a salire sul tetto: guardando la città da una prospettiva nuova, Zeina vivrà i suoi primi momenti di libertà. L’arrivo di un conoscente con una proposta di matrimonio per la ragazza, che il padre è tentato di accettare, convinto così di proteggerla, provocherà un deciso rifiuto di Hale, che litiga con il marito e, di nascosto, fugge con la figlia. Motaz si mette sulle loro tracce…
“Nezouh. Il buco nel cielo” è una bella storia di crescita, uno sguardo delicato e poetico, e anche un punto di vista originale su un conflitto che ha devastato la Siria per oltre dieci anni e che non è ancora completamente risolto. Guerra che resta, comunque, sullo sfondo. Il cuore del racconto si trova, infatti, all’interno della casa, nella famiglia, nel conflitto che si apre tra il desiderio della madre di smarcarsi dal controllo patriarcale, i sogni della giovane Zeina, la sua fervida immaginazione, l’illusione di trovarsi “altrove” e l’ostinato radicamento del padre alla casa, alla terra, alle tradizioni. Hale e Zeina cercano di fuggire dalla guerra, ma il tunnel che attraversano per uscire dalla zona a rischio bombardamenti, è certamente simbolo del passaggio interiore che entrambe debbono compiere per conquistare l’altra libertà, quella di poter decidere del proprio futuro. E non necessariamente fuori o “contro” la famiglia. L’affetto, il dialogo ritrovato, la disponibilità a cambiare, a venirsi incontro sono, infatti, le solide basi sulle quali ciascuno può costruire il proprio futuro. “Nezouh. Il buco nel cielo” è consigliabile, poetico, adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte altre occasioni di dibattito per la ricchezza dei contenuti offerti.