Orig.: Italia (2016) - Sogg.: Luca Miniero, Astutillo Smeriglia - Scenegg.: Sandro Petraglia, Luca Miniero, Astutillo Smeriglia - Fotogr.(Scope/a colori): Daniele Ciprì - Mus.: Pasquale Catalano - Montagg.: Francesca Calvelli - Dur.: 93' - Produz.: Riccardo Tozzi, Giovanni Stabilini, Marco Chimenz per Cattleya con RAI Cinema.
Interpreti e ruoli
Claudio Bisio (Cecco), Alessandro Gassmann (Bilal), Angela Finocchiaro (Suor Marta), Nabiha Akkari (Aida), Giovanni Cacioppo (Aldo), Laura Adriani (Maddalena), Mehdi Meskar (Alì), Paola Casella (Addolorata), Massimo De Lorenzo (Don Mario), Roberto Herlitzka (Vescovo), Giovanni Esposito (seretario del Vescovo), Giuseppe Fiale (Lupo), Nicolò Adelmann (Cicillo), Renato Tartaglia . (Cicilluozzo)
Soggetto
Nella piccola isola di Porto Buio, in mezzo al Mediterraneo, è tradizione celebrare il Natale con un presepe vivente. Quest'anno però il Gesù bambino è diventato un adolescente grosso e ingombrante. Bisogna trovarne un altro. Il compito tocca a Cecco, neo sindaco eletto con una lista civica, che pensa di chiedere un bambino in prestito ai tunisini che vivono sull'isola. In suo aiuto arrivano Bilal, alias Marietto, un italiano convertito all'Islam e Suor Marta, molto più dubbiosa sulla possibile presenza di un'estraneo' nel Presepe...
Valutazione Pastorale
Il Sindaco laico, la suora cattolica, l'italiano convertito all'Islam dovrebbero essere tre figure rappresentative della realtà nazionale di oggi, tre prototipi impegnati a dettare i tempi di accordi e disaccordi, momenti di discussione, incomprensioni, liti, problemi che segnano una quasi impossibile convivenza. Sarà che quello del dialogo interreligioso è un tema terribilmente serio, ma il modo di affrontarlo scelto dalla sceneggiatura appare il meno congruo. In sostanza la chiave ironica va bene, ma quando il finto Imam si toglie la barba che porta come copertura, o quando il Vescovo si lascia andare a strani apprezzamenti sul Natale, insistendo sulla 'modernità' della Chiesa, è evidente che il tono umoristico punta solo a cercare il facile effetto comico. E anche in questa occasione la corda è tesa troppo a lungo per risultare efficace. Si tratta in sostanza di un'occasione mancata, ma soprattutto spia di un errato distiguo tra divertimento e riflessione. La commedia italiana degli anni Sessanta, velenosa e corrosiva, aveva altri strali, pungeva con ferocia, senza rinunciare alla risata. Qui si fa la scelta della battuta facile, della risata immediata, invece di indurre a divertirsi e insieme riflettere in modo costruttivo. Dal punto di vista pastorale, il film tiene vivo un tono comunque fresco che induce a valutarlo come consigliabile, aggiungendo 'problematico' per i problemi che fa intuire senza tuttavia approfondirli.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive circostanze come prodotto medio che aiuta a riflettere su un argomento comunque molto dibattuto.