Orig.: Stati Uniti (2009) - Sogg. e scenegg.: Alessandro Camon, Oren Moverman - Fotogr.(Scope/a colori): Bobby Bukowski - Mus.: Nathan Larson - Montagg.: Alexander Hall - Dur.: 105' - Produz.: Mark Gordon, Lawrence Inglee, Zach Miller.
Interpreti e ruoli
Ben Foster (serg. Will Montgomery), Woody Harreslson (cap. Anthony Stone), Samantha Morton (Olivia Pitterson), Jena Malone (Kelly), Steve Buscemi (Dale Martin), Eamonn Walker (col. Stuart Dorsett), Yada Dacosta (Monica Washington), Lisa Joyce (Emily), Halley Feiffer (Marla), Michelle Nader . (Claire Lindsay)
Soggetto
Il sergente Will è appena tornato dall'Iraq, dove é stato gravemente ferito. Dovendo ancora finire il servizio militare, viene assegnato all'ufficio notifiche: é il compito più difficile, quello di annunciare la morte dei soldati alle loro famiglie. Così Will e il suo superiore capitano Tony Stone cominciano a muoversi nella zona per assolvere al triste dovere. Gli incontri sono all'insegna delle più diverse reazioni, tra pianto, rabbia, dolore. E Will, scampato alla morte sul campo di battaglia, non riesce a pensare di essere annunciatore di altra morte, e si sente svuotato dentro. Dovrà parlare, urlare, sfogarsi furiosamente e ricevere lezioni da alcuni dei familiari, prima di poter ricominciare a pensare ad una nuova vita.
Valutazione Pastorale
Gli Stati Uniti combattono guerre in giro per il mondo ma poi c'è sempre una che non sanno come affrontare: quella del ritorno a casa. Tanti film (I migliori anni della nostra vita; I giardini di pietra; Nella valle di Elah...) e un'angoscia che ritorna. Il soldato è estraneo a casa propria, e se le ferite fisiche guariscono, quelle interiori durano troppo a lungo. Notevole l'idea di fare ricorso al momento in cui si annuncia il decesso: una tradizione americana che non viene abbandonata pur di fronte ai nuovi e rapidi sistemi di comunicazione globale, perché é il momento in cui lo Stato, che ha mandato in guerra il soldato, deve trovare il coraggio per dire ai familiari che é morto. Metterci la faccia, anche sfiorando il ridicolo delle frasi burocratiche. Scritto con molta sensibilità, girato in modo scandito, nervoso, solenne, il film unisce cronaca, storia, spunti metaforico- esistenziali, e, dal punto di vista pastorale, é da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e in seguito per avviare riflessioni sui molti argomenti affrontati (guerra, ritorno, rapporti interpersonali, esercito...). Qualche attenzione é da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.