Sogg. e Scenegg.: Alex Lasker, Bill Rubenstein, John Boorman - Fotogr.: (scope/a colori) John Seale - Mus.: Hans Zimmer - Montagg.: Ron Davis - Dur.: 97' - Produz.: Barry Spikings, Eric Pleskow, John Boorman
Interpreti e ruoli
Patricia Arquette (Laura Bowman), Frances Mc Dormand (Andy), Spalding Gray (Jeremy Watt), U Aung Ko (U Aung Ko), Adele Lutz (Aung San Suu Kyi), Jit Murad (Sein Htoo), Tiara Jacquelina, John Cheah, Mohammed Yusof Abdul Hamid, Hani Mohsin Bin Mohammed Hanafi, Rajoli Mohammed Zaim, Kuswadinath Bin
Soggetto
Laura Bowman, un medico, ha subìto un terribile trauma: il marito Nick e il figlio Danny sono stati assassinati da un rapinatore. Per distrarla, nel 1988, la sorella Andy la convince a compiere un viaggio in Asia. A Rangoon, la capitale di Myanmar, durante una notte insonne, assiste ad una manifestazione studentesca contro il regime e vede la coraggiosa leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi affrontare inerme i soldati. Ma c'è il coprifuoco, ed al rientro trova un colonnello dell'esercito furioso con lei, che tra l'altro ha perduto il passaporto. Mentre la sorella e Jeremy Watt, il capo del gruppo dei turisti, partono, lei si reca all'ambasciata americana per ottenere il duplicato del passaporto; poi incontra U Aung Ko, un anziano birmano con una vecchia automobile, che la porta a vedere il paese. Il vecchio le fa visitare il monastero dove ha studiato da ragazzo e le fa conoscere i suoi ex studenti. Tra questi il leader della rivolta studentesca, Sein Htoo, già imprigionato e torturato; anche U Aung Ko fu imprigionato e privato dell'incarico. Poi da Rangoon arrivano notizie di una rivolta: U Aung Ko e Sein Htoo accompagnamo Laura alla stazione: qui vedendo Sein ucciso e U Aung Ko ferito e malmenato, Laura scende dal treno e lo salva ottenendo un passaggio su una chiatta che trasporta bambù per la capitale. Durante una sosta, inun villaggio trova della penicillina per guarirlo ma è costretta ad uccidere un soldato che vuole stuprarla. Giunta a Rangoon, Laura cerca di entrare all'ambasciata, ma la polizia la riconosce e l'arresta. Liberata dai dissidenti trova rifugio con U Aung Ko su un camion, che deve avventurosamente superare posti di blocco, ed infine essere abbandonato. Dopo aver trovata ospitalità presso gli amici del professore (in un campo di guerriglieri ribelli al regime) decide con loro di espatriare in Thailandia: ora Laura qui potrà offrire i suoi servigi di medico.
Valutazione Pastorale
gli ingredienti per il film avventuroso e nello stesso tempo di denuncia ci sono: una situazione esplosiva e ignorata dai "media"; il martirio lento e silenzioso di un paese splendido per cultura e tradizione soffocato dal regime spietato e gretto; il dramma personale di una donna che riesce, attraverso il dolore altrui, a trovare una ragione del proprio. Ma strano a dirsi, il pur esperto talento di John Boorman questa volta non riesce a coinvolgere emotivamente. I protagonisti sembrano veramente poco partecipi delle pur drammatiche vicende, e talune ingenuità narrative (il ponte di confine difeso da un unico soldato) privano di "realismo" la storia. Peccato, perché il problema della Birmania è reale e doloroso, e perché il colpevole silenzio che circonda certi drammi sul pianeta fa da contraltare ad altre zone da sempre nell'occhio dei "media" per motivi che troppo spesso esulano dall'informazione pura e semplice. Pastoralmente comunque non vi è nulla da eccepire sulla storia, che presenta scene di violenza sempre contrappuntate da una chiara condanna della medesima ed esalta i metodi non violenti della leader dell'opposizione birmana, Aung San Suu Kyi, che non a caso ha ricevuto il Nobel per la pace nel 1991.