OMICIDI DI CLASSE

Valutazione
Futile, velleitario
Tematica
Giovani
Genere
Thriller
Regia
Dan Rosen
Durata
91'
Anno di uscita
2000
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Dead man's curve
Distribuzione
Medusa Film
Musiche
Shark
Montaggio
Glenn Garland

Orig.: Stati Uniti (1998) - Sogg. e scenegg.: Dan Rosen - Fotogr.(Panoramica/a colori): Joey Forsyte - Mus.: Shark - Montagg.: Glenn Garland - Dur.: 91' - Produz.: Michael Amato, Theodore Schipper, Jeremy Lew.

Interpreti e ruoli

Matthew Lillard (Tim), Michael Vartan (Chris), Randall Batinkoff (Rand), Keri Russel (Emma), Tamara Craig Thomas (Nathalie), Dana Delany (dott.ssa Ashley)

Soggetto

Chris e Tim, compagni di università al primo ciclo di studi, vorrebbero essere ammessi al corso superiore presso la prestigiosa sede di Harward. Purtroppo i loro risultati nell'ultimo semestre lasciano molto a desiderare, e capiscono che verrano respinti. A questo punto mettono in atto un piano. Decidono di utilizzare una clausola poco conosciuta dello statuto universitario, secondo la quale quando uno studente si suicida, la Commissione attribuisce automaticamente ai suoi compagni di stanza il massimo dei voti per cercare di compensare il trauma psicologico ed evitare il probabile calo di rendimento. Chris e Tim mettono gli occhi su un loro compagno, Rand: costui é un teppistello che ne combina di tutti i colori alla fidanzata Nathalie. Chris é preso da molti scrupoli e sensi di colpa, e tuttavia alla fine i due decidono di passare all'azione. Prima lasciano nella stanza, nelle aule e in tanti posti indizi che fanno credere che Rand si è suicidato, poi lo fanno ubriacare. Infine Tim lo spinge giù da una scogliera che si affaccia sul fiume. Tutto procede secondo i piani, e i due ottengono il massimo dei voti. Le cose si complicano, quando accade che il cadavere di Rand non viene ritrovato, e anzi si verificano altri 'suicidi'. A poco a poco il cerchio si stringe intorno ai due ragazzi, che vengono infine smascherati.

Valutazione Pastorale

Dan Rosen é stato autore della sceneggiatura di "Una cena quasi perfetta" (che in originale si fregiava del ben più impegnativo e affascinante titolo "L'ultima cena"). Il tono corrosivo di quel copione torna anche in questa terza regia, dove Rosen continua una personale riflessione 'politically uncorrect' sulla morale e sulla sua manipolazione. La clausola dello statuto universitario che offre incentivi ai compagni di stanza di un eventuale suicida diventa la molla per costruire un meccanismo nelle premesse ironico, provocatorio, denso di colpi di scena. Al tirar delle somme, questi colpi di scena si susseguono a ripetizione, diventando ben presto prevedibili e annullando ogni effetto sorpresa. Non regge il tentativo del regista di percorrere da primo della classe la struttura del 'noir' classico, contaminandola con la commedia per teen-agers. L'assunto del film si riduce a pretesto, a causa di una sceneggiatura ammiccante e abborracciata, mal supportata da dialoghi banali e appesantita da troppi effetti a sopresa. Rilevabile poteva essere il tema dell'arrivismo tra compagni all'interno dei college americani considerati la fucina della futura classe dirigente e imprenditoriale d'America. Ma tutto é detto in superficie. Nell'insieme quindi, dal punto di vista pastorale, il film non si solleva da toni assai modesti, tali da farlo valutare come futile, e velleitario per la mancata realizzazione di alcune possibili e forse interessanti sbocchi narrativi.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, tenendone presente il taglio di prodotto ibrido, un po' giovanilista, un po' thriller, un po' confuso.

Le altre valutazioni

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