Orig. : Gran Bretagna (1997) - Sogg. e scenegg. : Peter Mullan - Fotogr. (Panoramica/ a colori) : Grant Scott Cameron - Mus. : Craig Armstrong - Montagg. : Colin Monie - Dur. : 95' - Produz. : Frances Higson.
Interpreti e ruoli
Gary Lewis (Thomas), Douglas Henshall (Michael), Rosemarie Stevenson (Sheila), Stephen McCole (John), Frank Gallagher (Tanga), Alex Norton (Hanson), Laura O'Donnell (Carole), Dave Anderson (lo zio Ian), Malcom Shields (DD Duncan), John Comerford (Ed), Deirdre Davis (Alison), Debbie Walsh (Melissa), Lee-Ann McCran (Anne Marie), Donna Chalmer (Bernadette), Seamus Ball . (padre Fitzgerald)
Soggetto
I quattro figli della signora Flynn, tre maschi (Thomas, Michael, John) e una femmina (Sheila, sulla sedia a rotelle), si riuniscono nella casa di famiglia a Glasgow per onorare la recente morte della madre e per preparare il funerale previsto per l'indomani mattina. Un violento temporale si abbatte sulla città, mentre i quattro si trovano divisi sul modo di comportarsi. Thomas, il maggiore, sente di doversi assumere ogni responsabilità e decide che rimarrà accanto al corpo della madre nella cappella della chiesa. Gli altri fratelli non ne vogliono sapere. Thomas insiste con Sheila ma anche lei, seccata dal suo tono ossessivo, decide di andare a casa da sola. Per strada, la sedia a rotelle si rompe, e lei deve aspettare la cortesia occasionale di alcuni passanti. Michael va in un pub, dove Duncan, il proprietario dal carattere collerico, ad una certa ora vuole mandare via tutti,e chi si oppone viene rinchiuso in uno sgabuzzino. Scoppia la rissa, Michael riesce a liberare altri avventori ma rimane gravemente ferito e cerca allora di far passare la notte in modo da recarsi al cantiere e reclamare un risarcimento per la ferita come infortunio sul lavoro. John, furioso per la ferita procurata a Michael, si affianca al cugino Tanga e insieme progettano una brutale vendetta. Quando comincia ad albeggiare, i quattro si ritrovano, tutti confusi e duramente provati (la chiesa, a causa del maltempo, si é scoperchiata). In un ultimo sforzo di sacrificio, Thomas vuole portare da solo la bara sulle spalle, ma il peso lo schiaccia. Più avanti, i fratelli si riuniscono davanti alla tomba della madre. Qualcuno propone di andare a mangiare tutti insieme. Thomas dapprima rifiuta ma, quando gli altri si allontanano, li chiama e si unisce a loro.
Valutazione Pastorale
Peter Mullan, nato a Glasgow, è noto sopratutto come attore (protagonista del recente "My name is Joe" di Ken Loach). Qui esordisce come regista con una storia da lui stesso scritta e sceneggiata e ambientata nella sua città natale. Se ne deve dedurre che il ritratto che propone della città scozzese poggia su basi di conoscenza ben fondate e consapevoli. E che l'accostamento tra uno sfondo ambientale realistico (quasi tutto girato in 'esterni') e uno svolgimento narrativo stravolto e sopra le righe corrisponde ad un gusto tipicamente nordeuropeo di cogliere i momenti estremi dell'esistenza di un gruppo di individui. La morte della madre, che lascia i figli nel caos più totale, incapaci di trovare la strada da seguire, è evidente metafora dello sradicamento odierno della famiglia, della perdita di identità, della difficoltà di arrivare ad un equilibrio interiore e collettivo. Mullan mette in scena i problemi dei diseredati, della solitudine che coglie gli 'indifesi' quando viene meno il baluardo (la madre) che nascondeva tutti i difetti. Una religiosità vissuta con troppi sensi di colpa, una isteria non controllabile, la messa a nudo di carenze che lasciano ferite difficili da rimarginare: con prevalente tono grottesco, il film quindi si offre come il ritratto di una follia da accostare e forse curare con un senso profondo di "pietà". Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come discutibile, per il taglio fortemente problematico che lo caratterizza.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza dei minori. E' da recuperare in occasioni mirate, come affresco di una cultura europea, da vedere, discutere, dibattere.