PACCO, DOPPIO PACCO E CONTROPACCOTTO *

Valutazione
Discutibile, Brillante
Tematica
Genere
Grottesco
Regia
Nanni Loy
Durata
114'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
PACCO, DOPPIO PACCO E CONTROPACCOTTO
Distribuzione
C.D.I.
Soggetto e Sceneggiatura
Elvio Porta, Nanni Loy
Musiche
Claudio Mattone
Montaggio
Franco Fraticelli

Sogg. e Scenegg.: Elvio Porta, Nanni Loy - Fotogr.: (panoramica/a colori) Claudio Cirillo - Mus.: Claudio Mattone - Montagg.: Franco Fraticelli - Dur.: 114' - Produz.: Clemi Cinematografica

Interpreti e ruoli

Leo Gullotta (Un Imbroglione), Alessandro Haber (Il Professore), Silvio Spaccesi. (Don Nicola), Enzo Cannavale (Un Portiere), Marina Confalone (La Vedova), Angela Luce, Mara Venier, Tommaso Bianco, Isa Danieli, Nunzio Gallo, Angelo Orlando, Italo Celoro, Giobbe Covatta, Giacomo Rizzo, Pia Velsi

Soggetto

una serie di sceneggiate e siparietti, tutti basati sulla invenzione ed il raggiro per "sopravvivere" fra i "bassi" e il porto napoletano. Due piccoli truffatori si scoprono a vicenda di appartenere alle Forze dell'Ordine in servizio di vigilanza. Per anni un "non vedente" ha regolarmente lavorato come centralinista girando anche in motocicletta ma, poiché "non vede" (pur vedendoli benissimo) intrallazzi vari, viene ufficialmente promosso a vedente. Un estroso individuo aiuta la gente tartassata dal Fisco, inserendo nei dossier del cibo per i topi degli archivi, in modo che i documenti, resi appetibili, vengano distrutti dai roditori. Don Nicola, che fa magie ed evoca fantasmi, è riuscito ad ottenere dal Comune un vecchio alloggio già destinato ad un altro. Questi, fingendosi morto, incarica la sua "vedova" di chiedere al mago che il marito si manifesti. Piatti e mobili volano in casa impaurendo il mago che decide così di abbandonare l'appartamento. Due imbroglioncelli riescono a caricare di automobili paganti una nave-traghetto, ferma in porto, ma per manutenzione. Il portiere di un edificio, dove si trova una bisca clandestina, porta alla roulette un finto colonnello della Nato: con uno stratagemma incassa soldi, ripartendo eque percentuali a giocatori tutti parenti suoi. Lui comprerà finalmente per sé e la moglie una casa. Un abile venditore ambulante riesce a vendere ad un ingenuo cliente una giacca, facendogli credere di aver fatto un ottimo affare, perché ha trovato in una tasca un orologio (ovviamente di poco valore). Un maturo professore di liceo non boccia come dovrebbe in matematica un allievo diciassettenne, solo perché sua madre gli si presenta per raccomandarsi, tutta lacrime e cedimenti. Il professore se ne innamora alla follia, fa spese per rimettersi a nuovo, acquista un'automobile di prezzo, ma la dama sembra essersi volatilizzata. L'allievo intanto promosso aveva ingaggiato per recitare la parte della madre una attrice del varietà ed un autista, sotto le spoglie di un avvocato, si presenterà più tardi in veste di marito al malcapitato docente, che per quell'amore freme, minacciandolo e diffidandolo dall'importunare la "moglie". Una sera in un bar un po' isolato un losco individuo, presentatosi per ritirare il "pizzo" (frutto di una minaccia), viene imbrogliato e scornato utilizzando un finto cadavere, per cui perde anche altri soldi contenuti in una valigietta. Grazie ad un espediente (un pacco con due belle macchine fotografiche e alternativi esemplari di coccio) si riescono a turlupinare, tra chiacchiere, sconti e pacchi consegnati a mano, le stesse due persone credulone: un'attività con la quale riescono a "sopravvivere" tre numerose famiglie.

Valutazione Pastorale

non si può negare che questo di Loy non sia un divertente grottesco: una decina di episodi, fra grandi e piccoli, tutti volutamente ispirati a quella "napoletanità", che è tipica del carattere della gente partenopea. Sceneggiata sapida e colorita, illustrando i lampi e le risorse dell'invenzione, la destrezza del raggiro, il talento della costruzione e il gioco della turlupinatura e assicurando i ritmi conseguenti, perfino con una larvata comprensione per le vittime di beffa tra imbrogli e procedure truffaldine si cede all'indulgenza, tanto più disarmati dalla atavica invocazione del "tengo famiglia" lamentosa e furbesca risorsa indigena. Nanni Loy fa anche vedere lunghe file di gente allo sportello degli Uffici di Collocamento: è un po' un colpo gobbo, come a cercare la giustificazione umana e sociologica delle gesta dei vari imbroglioni chiamati alle rispettive imprese. Esagerata la lunghezza della storia del professore di liceo, molto stanca di per sé e uggiosa per lo spettatore (dove di geniale e di "napoletano" non vi è nulla in verità) malgrado l'interpretazione di Alessandro Haber.

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