Sogg.: Rossella Drudi, Claudio Fragasso - Scenegg.: Rossella Drudi - Fotogr.: (panoramica / a colori) Gian-carlo Ferrando - Mus.: Pino Donaggio - Montagg.: Ugo De Rossi - Dur.: 101' - Produz.: Globe Films, Production Group
Interpreti e ruoli
Giancarlo Giannini (Turi Arcangelo Leofonte), Raoul Bova (Nino Di Venanzio), Ricky Memphis (Remo Matteotti), Valerio Mastandrea (Tarcisio Proietti), Francesco Benigno (Saro Ligresti), Rosalinda Celentano (Paola Terenzi), Romina Mondello (Chiara Leofonte), Stefania Sandrelli, Tony Sperandeo
Soggetto
A Palermo un pentito della mafia, Marinnà, fa il nome dell'inso-spettabile ragioniere Turi Arcangelo Leofonte, e il giudice decide di estradar-lo a Milano dove si celebra il processo contro il potente boss Scalìa. Il comando della scorta di polizia viene affidato all'esperto Nino Di Venanzio, calabrese, ma gli altri agenti sono tutti al primo incarico del genere. Preleva-to Leofonte con la moglie Franca e il figlioletto, la scorta incappa nel suo viaggio verso l'aereoporto in un agguato, dove la donna ed il bimbo perdono la vita assieme a due agenti. Frattanto Chiara, la figlia maggiore di Leofonte, è stata prelevata ad una festa da due agenti romani della scorta, Remo Mat-teotti e Tarcisio Proietti, preoccupati per il ritardo. Successivamente Nino telefona con il cellulare ragguagliandoli, ma essi tacciono alla ragazza della sorte della madre e del fratello. Nino, comprendendo che egli unitamente a Saro Ligresti e Paola Terenzi, gli altri due agenti, sono, come il Leofonte, un bersaglio per i killer che il boss furioso ha scatenato, d'accordo col giudice decide di far sostituire la scorta da uomini più esperti: l'appuntamento è in un hotel sul mare, ma anche qui scatta un altro agguato in cui perde la vita, sacrificandosi per gli altri, Tarcisio, che frattanto aveva intrecciato un idillio con la figlia di Leofonte, che piange disperata, come l'amico Remo e gli altri della scorta, la sua morte. Lasciate le automobili, prese in noleggio a far da esca davanti ad un hotel di Lucca, i componenti del gruppo prendono un autobus di linea e giunti a Milano vengono scortati da un sempre crescente drappello di forze dell'ordine di varie armi fino al palazzo di Giustizia.
Valutazione Pastorale
Ritmo serrato e dialoghi spesso realistici, per un film che oltre a denunciare la presenza inquietante nei gangli delle istituzioni dell'onorata società, esalta la presa di coscienza, lo spirito di abnegazione fino al sacrificio della vita degli umili servitori della legge, suggerendo con immagini che sono più efficaci di qualsiasi discorso politico che il comporta-mento ipocrita di un Leofonte, interpretato da Giancarlo Giannini, è la chiave di volta del male oscuro che tormenta il nostro Paese. Positive e pedagogiche sono sia la ferma condanna del congiunto corrotto da parte della moglie e della figlia, sia la decisione di portare fino in fondo il compito assegnato a rischio della propria vita. Nella sceneggiatura sono assai felici alcuni dialo-ghi tra i giovani della scorta, che dipingono degli efficaci quadretti di vita spicciola, come gli affettuosi battibecchi tra i due amici romani, i bravi Ricky Memphis e Valerio Mastandrea, o l'amore per le radici contadine che emerge nel caposcorta, un Raoul Bova concentrato e persuasivo. Vi sono però, a temperare il giudizio che rimane comunque positivo sul film, la cru-dezza del linguaggio o le sequenze violente, giustificate sì dalla trama, ma che troppo spesso tralignano in sparatorie ed esecuzioni. E' comunque utile insistere con messaggi di questo tipo, magari depurandoli di certi elementi spettacolari indebiti e fuorvianti, cercando di far capire che il male può e deve essere combattuto, e che questo può avvenire da un lato spezzando il cerchio dell'omertà, soprattutto all'interno delle famiglie, e dall'altro riunendo le forze sane della nazione.