Orig.: Serbia/Croazia/Slovenia/Macedonia (2011) - Sogg. e scenegg.: Srdjan Dragojevic - Fotogr.(Panoramica/a colori): Dusan Joksimovic - Mus.: Igor Perovic - Montagg.: Petar Markovic - Dur.: 111' - Produz.: Biljana Prvanovic, Srdjan Dragojevic, Dejan Jocic, Igor Nola, Vladimir Anastasov, Eva Rohrman, Nikola Rojo, Mike Downey per Mainframe.
Interpreti e ruoli
Nikola Kojo (Limun), Milos Samolov (Radmilo), Hristina Popovic (Biserka), Goran Jevtic (Mirko), Goran Navojec (Roko), Dejan Acimovic (Halil), Natasa Markovic (Lenka), Mladen Andrejevic (Djordje), Relja Popovic (Vuk), Mira Stupica (Baka Olga), Marko Nikolic (Bogdan), Anita Mancic . (Tamara)
Soggetto
Mirko, attivista gay, e il suo compagno Radmilo, veterinario, sognano di realizzare il primo gay pride a Belgrado ma sanno di doversi scontrare contro un'opinione pubblica fortemente contraria ed ostile. ostile. Per una serie di circostanze i progetti utopici dei due si incrociano con la presenza della esuberante Biserka e del suo fidanzato Limun, un robusto ex veterano di guerra. Biserka affida a Mirko l'organizzazione del proprio matrimonio con Limun e in cambio questi si impegna a difendere lo svolgimento del Gay Pride da assalti e attacchi dei gruppi omofobi. Per oganizzarsi al meglio, Limur fa un giro nei piccoli stati delle ex Jugoslavia e chiama a raccolta un gruppo di ex amici/nemici...
Valutazione Pastorale
D'accordo, la Jugoslavia non esiste più e di conseguenza anche il cinema jugoslavo è impossibilitato a dare notizie di se. Per avere però opportune informazioni sul passato, si può "Cinema Komunisto", un documentario opportuno ed esauriente (vedi scheda cnvf). Per capire poi cosa hanno lasciato le atroci guerre del recente passato e quale è la situazione attuale, si può invece vedere questo film. Che mette al centro del racconto l'incontro tra rappresentanti di molte delle piccole emerse dal dopo Tito, sollecitato da un tema fortemente taboo come il Gay Pride. Croati rudi e virili, serbi più gentili, una proibizione che a poco a poco si scioglie nel riconoscimento della reciproca volontà di tolleranza. Che non vuol dire approvazione perché in quel Gay Pride a Belgrado ci furono molta polizia, molti scontri, molti feriti. Ma qualcosa cominciò a cambiare. Il tono è da commedia con qualche passaggio drammatico. Ma in prevalenza il regista adotta il taglio dell'umorismo, della satira dell'ironia senza sconti. Mettendo tutti d'accordo quando il copione lancia frecciate velenose contro gli americani (comunque 'invasori') e dediti a comprare e consumare eroina. Ritmo a briglia sciolta, maschere ben caratterizzate a comporre il ritratto di una ex jugoslavia ormai nessuno e centomila. Un Paese dell'Est, un Paese dell'Ovest. La domanda resta in sospeso e il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni per avviare riflessioni sullo stato di salute e sulla situazione di tanti piccoli paesi così vicini all'Italia e impossibili da trascurare.