In Concorso alla 74a edizione del Festival di Cannes (2021)
Interpreti e ruoli
Valeria Bruni Tedeschi (Raf), Marina Fois (Julie), Pio Marmaï (Yann), Aissatou Diallo Sagna (Kim), Caroline Estremo (Pat), Jean-Louis Coulloc'h (Laurent), Camille Sansterre (Elodie)
Soggetto
Pronto soccorso di Parigi oggi, in una notte segnata dalla contestazione dei “gilets jaunes”. Storie di malati, medici, infermieri, dimostranti e forze dell'ordine. In particolare le vicende della borghese Raf, del trasportatore Yann e dell’infermiera Kim.
Valutazione Pastorale
Il cuore narrativo di “Parigi, tutto in una notte” (“La fracture”) corre lungo il sentiero battuto dal cinema di Ken Loach, dei fratelli Dardenne come pure di Stéphane Brizé. Parliamo del film scritto e diretto da Catherine Corsini, presentato in concorso al 74° Festival di Cannes (2021) e nei cinema italiani dal 10 marzo con Academy Two. Tratto principale di “Parigi, tutto in una notte” è dunque quello di una radiografia sociale drammatica, di grande realismo, uno sguardo spaesato all’interno di un Pronto soccorso di Parigi, uno luogo che diventa spazio di ritrovo non solo di malati, ma anche di ultimi e bisognosi. Accanto a loro, una notte, fanno ingresso da un lato i manifestanti feriti che hanno preso parte alla contestazione dei “gilets jaunes”, che hanno gridato in piazza al governo le iniquità lavorativa e sociali in cui versano; dall’altro i poliziotti, anche loro piegati, sfiniti, da turni massacranti. In ultimo, ma non meno importanti, i medici, gli infermieri e il personale sanitario tutto, che si muovono all’interno del Pronto soccorso in uno stato di perenne allarme, chiamati a fare molto di più quello che è previsto dalla loro professione. Sono un presidio di umanità in trincee di contrapposizione sociale.
La cosa che si apprezza di più del film della Corsini è questo sguardo che abbraccia in maniera comprensiva tutti i soggetti in campo: non segue una tesi precisa, non sposa una parte, ma racconta il travaglio degli ultimi. Tutti poveri disgraziati sulla stessa barca, mentre il palazzo, la politica, appaiono distanti. Lontani.
La regista si serve delle storie della borghese Raf (Valeria Bruni Tedeschi), del trasportatore Yann (Pio Marmaï) e dell’infermiera Kim (Aissatou Diallo Sagna, straordinaria!) per ancorare ancor di più il racconto, per amalgamarlo e attivare maggiori punti di relazione con lo spettatore. Inoltre, attraverso il personaggio vaporoso e ciarliero della Bruni Tedeschi la regista riesce a disinnescare la tensione bruciante della storia rendendola meno disturbante, ma di certo non meno dolorosa. Nell’insieme, al di là di soluzioni narrative non sempre efficaci o risolte, il film corre veloce con grande intensità e amarezza, restituendo un’istantanea di una parte della società (sempre più estesa, trasversale) che soffre un impoverimento e un isolamento allarmanti. “Parigi, tutto in una notte” è complesso, problematico e per dibattiti, indicato per un pubblico adulto.
Utilizzazione
Il film è indicato per la proiezione ordinaria e per successive occasioni di dibattito, soprattutto per la fotografia sociale che offre. Per i temi in campo il film è indicato per un pubblico adulto.