Interpreti e ruoli
Anthony Hopkins (John), Jude Law (Michael Daly), Rachel Weisz (Rose), Marianne Jean-Baptiste (Fran), Moritz Bleibtreu (venditore tedesco), Ben Foster (Tyler), Maria Flor (Laura), Jamel Bebbouze (algerino), Juliano Cazarré (Rui), Dinara Drukarova (Valentina), Johannes Krisch (Rocco), Gabriela Marcinkova (Anna), Lucia Siposova . (Mirka)
Soggetto
A Vienna per partecipare ad un congresso internazionale, Michael ha per la serata un appuntamento con una escort. Nel locale stabilito, incontra però un collega tedesco che comincia a fargli tante domande su donne, fedeltà, menzogne. Così l'incontro salta. Uscito di scena Michel, è la volta di John, uomo maturo che dall'Inghilterra arriva negli USA: la figlia è sparita anni prima, e ora lui si presenta al riconoscimento di una ragazza trovata morta. Sull'aereo conosce Laura, una giovane brasiliana con la quale prende un appuntamento che non avrà un seguito. Lei infatti all'aeroporto ha fatto amicizia con un giovane alquanto introverso, che è appena uscito dal carcere condannato per molestie sessuali. Tra l'America e alcune città europee (Parigi, Londra, Bratislava) si inseriscono altre storie e altri personaggi, sempre combattuti tra amori, affetti, sentimenti che mutano e cambiano i destini.
Valutazione Pastorale
Ferdinando Meirelles, nato a San Paolo del Brasile, si è imposto all'attenzione nel 2003 con "City of God". Film esaltato e premiato in tutto il mondo, lasciando tuttavia la netta sensazione di un approccio ipervalutato e super esaltato. Quello che è arrivato dopo ha confermato le perplessità: molti elogi e premi per il modesto "The Constant Gardener", in concorso a Venezia e Oscar a Rachel Weisz; platee limitate e nessuna uscita italiana per "Blindness". Anche in questa nuova prova, "360" (in originale), Meirelles parte con grandi propositi e fervide ambizioni, lo scenario cambia con frenetica rapidità, si passa dall'Europa all'America, e ritorno, si vive in aeroporto, e in interni variegati, in macchina e in studi fotografici: per disegnare nel modo più ambiguo possibile il momento che arriva per tutti dell'incontro con la strada da scegliere, con la decisione da prendere. Ma sarà quella giusta, o forse un'altra poteva essere più opportuna? Si capisce subito che ci si muove sul filo di quella esile contraddizione lungo il quale passano una miriade di sensazioni e il loro esatto contrario. Sull'idea di partenza di Meirelles, debitrice (è ovvio) della Ronde di Schnitzler, ha lavorata Peter Morgan (autore di recente dello script di "Hereafter" di Clint Eastwood). L'esito è decisamente inferiore. Il copione naufraga nella frammentazione narrativa che diventa spezzettamento di emozioni, sorprese, interrogativi. Latita il coinvolgimento, annaspano le psicologie, scadono nel banale i dialoghi e la dialettica tra i personaggi. La cornice tra cronaca e storia (si parla di internet, crisi finaziaria, globalizzazione...) soffre l'assenza di compattezza narrativa e visiva. Meirelles ha occhio corto e deboluccio, poco capace di scarti visionari. Resta lontana l'intenzione di comporre un affresco del disagio e della disaffezione contemporanei. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, e nell'insieme segnato da superficialità.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, tenendo conto della presenza di alcuni passaggi meno sorvegliati. La generale leggerezza sopra accennata non lo rende molto adatto per dibattiti. Si resta più sul piano della ricerca formale che sostanziale. Attenzione è da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.